Due dottoresse della guardia medica intervengono per calmare una cinquantenne in stato di agitazione psicomotoria, e quest'ultima (un medico chirurgo...
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«La paziente, apparentemente ubriaca, era in casa con alcuni parenti e temeva che le colleghe della guardia medica volessero procedere col Tso, così ha chiamato il suo primario e poi ha preso a schiaffi la dottoressa che cercava di ostruirle l'accesso al balcone - spiega Domenico Crisarà, segretario generale della Fimmg Veneto -. La polizia ha verbalizzato tutto, certificando le lesioni. La collega aggredita ha finito il turno ed è andata al pronto soccorso il giorno dopo. L'Usl si è limitata a dirle che la tutela legale non è contemplata dal contratto, per il resto in questi giorni non si è fatto vivo nessuno. Il giorno dopo invece la donna che l'ha picchiata era regolarmente in sala operatoria».
Per Crisarà, la dottoressa aggredita «è stata abbandonata a se stessa. L'Usl non può limitarsi a rispondere così, deve farsi parte attiva e se la vittima deciderà di sporgere denuncia per le lesioni subite dovrà costituirsi parte civile. Proprio in questi giorni volevamo prolungare l'accesso all'ambulatorio della guardia medica fino a mezzanotte, ma vista la situazione ci vediamo costretti ad abbandonare la trattativa. Non si può lavorare così, anche perché stiamo parlando di un intervento nell'abitazione di una professionista». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero