Donna in coma e poi morta per intervento chirurgia estetica: «Il danno è stato progressivo»

Un arresto cardiaco che le avrebbe provocato «un danno cerebrale progressivo che le terapie non sono riuscite a frenare». È morta così la 39enne...

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Un arresto cardiaco che le avrebbe provocato «un danno cerebrale progressivo che le terapie non sono riuscite a frenare». È morta così la 39enne soccorsa martedì 5 marzo in uno studio di chirurgia estetica di Seregno dove si trovava per sottoporsi a un intervento, e trasportata all'ospedale San Gerardo di Monza dove oggi «alle 10.30 è stata avviata la valutazione della morte encefalica», percorso che si è concluso nel pomeriggio. A riassumere «la storia clinica sfortunata» della donna è Giuseppe Citerio, responsabile della Terapia intensiva neurochirurgica dell'Asst di Monza. Fin dal suo ingresso in ospedale le condizioni di A.M. erano apparse critiche. «È arrivata in coma e non ha mai ripreso conoscenza», evidenzia il primario. I familiari che l'hanno vegliata in questi giorni «sono molto provati, stanno vivendo il lutto in modo molto dignitoso», racconta. Come già spiegato stamattina, quando la paziente è deceduta alle 10.30, hanno dato l'ok alla donazione di organi e tessuti. «La magistratura è stata informata di questo e ha deciso che solo alcuni possono essere donati» in quanto il loro prelievo «non osta agli accertamenti medico-legali che verranno ora condotti». Dal San Gerardo spiegano di non sapere ancora la data in cui è stata fissata l'autopsia.


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E non si esprimono su quanto accaduto alla donna prima del suo arrivo in ospedale. «Gli accertamenti su questo non sono di mia competenza», precisa Citerio. Da quanto era emerso nei giorni scorsi, l'intervento non era ancora cominciato quando la 39enne ha accusato il malore. Il report del 118 ricostruisce i momenti drammatici e concitati successivi all'arrivo dei soccorsi. Gli operatori trovano la paziente in arresto cardiaco e cominciano subito le manovre rianimatorie. Il ritmo e la circolazione riprendono, la donna viene intubata e portata al San Gerardo. Ma il suo cuore è rimasto fermo per troppo tempo, innescando un danno al cervello che per i medici è stato impossibile da fermare. 
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Il Messaggero