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Un semplice viaggio si è trasformato in una tragedia. Il 6 giugno, la 53enne Patrizia Rinoldi si è spenta all'ospedale Sant'Andrea di Vercelli. Originaria di Varallo (Vercelli, ndr.), la donna aveva accusato febbre e malesseri mentre si trovava in vacanza a Tokyo, in Giappone, nonostante il ricovero in ospedale e una task-force di soccorso partita dall'Italia per tentare di salvarle la vita.
Cosa è successo
Patrizia Rinoldi era arrivata a Tokyo il 16 maggio scorso, dopo una settimana si era ammalata di meningite. Il 24 maggio era stata ricoverata all'ospedale di Tokyo. Le sue condizioni di salute hanno continuato a peggiorare, i medici hanno allertato i familiari in Italia, che due giorni dopo l'hanno raggiunta in ospedale. Sono intervenuti subito l'ambasciata italiana in Giappone, la Farnesina e a caduta la presidenza del Consiglio Regionale per organizzare il viaggio di rientro in Italia.
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Il 4 giugno scorso un volo dell'Aeronautica è decollato dalla base militare di Pratica di Mare e ha portato a termine la missione di soccorso. Nelle prime ore del mattino di martedì 6 giugno la donna è stata imbarcata a bordo dell'aereo militare: due equipe di specialisti l'hanno stabilizzata e hanno garantito che atterrasse a Torino nelle migliori condizioni possibili.
La donna era una delle proprietarie del supermercato Conad di Varallo, in provincia di Vercelli. «Esprimo vicinanza alla famiglia - afferma l'assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi - ringrazio quanti si sono adoperati per garantire il rientro in sicurezza della paziente». Il sindaco di Varallo, in contatto con la famiglia, ha fatto da raccordo con l'assessorato alla Sanità del Piemonte.
Cos'è la meningite
La meningite meningococcica è una forma batterica di meningite – infiammazione della membrane che circonda e protegge l’encefalo e il midollo spinale – altamente contagiosa e rapidamente letale.
La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. La propagazione dell’agente patogeno, infatti, generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte.
In ogni caso la principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio e, solo in un numero infinitamente inferiore di casi, la malattia è trasmessa da persone con infezione clinicamente manifesta.
I sintomi caratteristici sono cefalea, febbre, nausea, vomito, fotofobia e rigidità nucale.
La letalità, anche quando la malattia è diagnosticata rapidamente, va dal 5 al 10% e si verifica nelle prime 48 ore dall’esordio dei sintomi. Se non trattata, la mortalità può essere pari al 50%. Uno su cinque sopravvissuti soffre di danni cerebrali permanenti, inclusa perdita dell’udito e difficoltà nell’apprendimento.
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