Alessandra De Fazio, il discorso della studentessa UniFe davanti a Mattarella: «Le borse di studio sono un ricatto, basta suicidi»

La presidente del consiglio degli studenti di Unife è intervenuta all'apertura dell'anno accademico alla presenza del presidente Mattarella e del ministro Anna Maria Bernini

(Agenzia Vista) Ferrara, 04 aprile 2023 - «'Sono un fallimento non merito di vivere'. Queste parole sono uscite dalla stessa bocca della persona che oggi sta...

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(Agenzia Vista) Ferrara, 04 aprile 2023 - «'Sono un fallimento non merito di vivere'. Queste parole sono uscite dalla stessa bocca della persona che oggi sta parlando di fronte a voi, le ha dovute sentire e subire mia madre quando dopo il test di medicina ho percepito di non avercela fatta, per la seconda volta. Che esagerazione per un test che si può riprovare l'anno successivo... Ma come possiamo pensare che un percorso universitario debba essere dettato dai nostri tempi, sia di nostra proprietà, mentre siamo bombardati continuamente dal mito della performatività e da una competizione illogica che ci sbatte in faccia i successi degli altri e ci fa tirare un sospiro di sollievo quando qualcuno fallisce al posto nostro?». Lo ha detto Alessandra De Fazio, presidente del consiglio degli studenti di Unife, intervenendo all'apertura dell'anno accademico alla presenza del presidente Mattarella e del ministro Anna Maria Bernini.

 

 

«Citando Alessandro Barbero: in altre epoche credevano nelle streghe e noi crediamo nella meritocrazia», ha detto. «Le borse di studio sono un ricatto, se tutti abbiamo lo stesso diritto perché qualcuna dovrebbe essere costretta a tenere tempi più serrati solo perché più povera?». E «nel sistema attuale le università promuovono l'illusione di garantirci pari strumenti, attraverso corsi di studio e studentati. Nella realtà accedere a questi servizi è molto complesso a causa di sbarramenti burocratici, economici e soprattutto meritocratici. Ma badate bene, ci viene data la possibilità di redimerci da condizione di povertà, come fosse una colpa, a patto di essere meritevole».

 

 

 

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Il Messaggero