Cyber security, l'intelligence in campo per sensibilizzare le imprese

Il premier Giuseppe Conte e il direttore del Dis Gennaro Vecchione
La prima tappa sarà a Milano, centro economico-finanziario del Paese, e poi proseguirà in diverse altre parti d'Italia. L'intelligence scende in campo...

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La prima tappa sarà a Milano, centro economico-finanziario del Paese, e poi proseguirà in diverse altre parti d'Italia. L'intelligence scende in campo per una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle imprese sul tema della cyber security; un settore che è stato rafforzato ultimamente anche dal decreto approvato in via definitiva alla Camera che istituisce un Perimetro di sicurezza informatica per reti e sistemi vitali per la nazione e rafforza i poteri speciali del governo anche per le reti 5G. 

Si parte il 21 novembre a Palazzo Reale con questo roadshow denominato Asset e promosso nelle regioni italiane dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) – il dipartimento che coordina le agenzie dei servizi segreti Aisi e Aise. L'obiettivo è di sensibilizzare le imprese in materia di sicurezza economica e cibernetica e di illustrare l'impegno dell'Intelligence a tutela del Sistema Paese. All’evento interverranno il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte (che ha la delega ai servizi segreti), il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il direttore generale del Dis, Gennaro Vecchione, il vicedirettore Cyber Roberto Baldoni, il vicedirettore generale del Dis Bruno Valensise e gli specialisti d’area del dipartimento.
 In più occasioni Vecchione ha spiegato che
«il perimetro della sicurezza nazionale si è allargato» e che l'attacco può riguardare dagli acquedotti alla rete elettrica, le cosiddette “minacce ibride”.  E particolarmente sotto attacco sembra essere il settore dell’energia, così come è emerso nella relazione del Dis al Parlamento, presentata a fine febbraio dai vertici del dipartimento.  Poi ha concluso, dicendo: «Faremo le regole di ingaggio e diremo alle imprese come devono relazionarsi con noi».
 
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Il Messaggero