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Le terapie intensive al momento tengono, grazie a aumento dei posti letto deciso per decreto. L'Abruzzo, però, è già in affanno perché ha saturato il 150% dei posti letto aggiuntivi effettivamente implementati. È quanto rileva il 24.esimo report settimanale 'Instant' dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica, campus di Roma. «Sono aumentati i posti letto in terapia intensiva, ma non il numero degli anestesisti-rianimatori», avverte il report. Analizzando quanti di questi posti letto aggiuntivi sono già occupati da pazienti Covid-19 si evidenzia che «l'Abruzzo ha già esaurito questa capacità». In questa Regione, quindi, precisa il report «si stanno utilizzando i posti letto di terapia intensiva in dotazione strutturale per rispondere alle esigenze dei malati Covid -19».
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«Si avvicinano, alla saturazione della capacità massima aggiuntiva Piemonte (83%), Marche (67%), Campania (66%), Toscana (65%) e Sardegna (63%) - evidenziano gli esperti - Le altre Regioni non presentano al momento particolari criticità, con tassi di saturazione della capacità lontani dal valore massimo.
Infogram
Il report ha avviato un'analisi di confronto tra il numero di anestesisti e rianimatori per posto letto in terapia intensiva prima e dopo l'implementazione dei posti letto previsti dal Dl 34 e l'acquisizione di nuovo personale a valle di bandi per l'acquisizione di personale medico. «Prima dell'emergenza sanitaria il rapporto in Italia tra anestesisti e rianimatori e posti letto di terapia intensiva era di 2,5 - ricorca il report - Se consideriamo la risposta strutturale delle regioni, ovvero l'acquisizione di personale tramite bandi per posizioni a tempo indeterminato e determinato, e l'incremento di posti letto previsto dal Dl 34 il rapporto scende a 1,6 (-0,9), con rimarcate differenze regionali». Il valore più basso si registra per Calabria e Marche: 1,4 anestesisti per posto letto di terapia intensiva. Al contrario la regione che mantiene il rapporto più alto è il Friuli Venezia Giulia, con 2 unità per posto letto. La regione che registra la riduzione più alta è la Valle d'Aosta (-1,7), passando da 3,5 anestesisti e rianimatori per posto letto prima dell'emergenza a 1,8. Al contrario, Veneto e Molise registrano il decremento minore, passando rispettivamente da 1,9 a 1,6 e da 2 a 1,7. «È necessario evidenziare - sottolinea Cicchetti - come a fronte dell'aumento dei posti letto di terapia intensiva manca ad oggi un aumento in egual misura del numero degli anestesisti, venendo a minare il rapporto consolidato tra personale anestesista e posto letto in terapia intensiva».
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