Prof in quarantena, è caos. Il ministro: «Possono lavorare»

Il prof è in quarantena? Da oggi, se è in salute, può fare lezione da casa: si collega online e la lezione va avanti. In arrivo la nota dal ministero...

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Il prof è in quarantena? Da oggi, se è in salute, può fare lezione da casa: si collega online e la lezione va avanti. In arrivo la nota dal ministero dell’istruzione per regolare il lavoro agile dei docenti in quarantena. Un intervento necessario, visto che di settimana in settimana cresce il numero delle classi che finiscono in isolamento in attesa del tampone. Inevitabilmente i tempi per il rientro tra i banchi si allungano ed è la didattica, ancora una volta, che ci rimette. Avere un docente in quarantena significa dover rinunciare alla didattica per due settimane e, forse, anche di dover mandare a casa più di una classe. Il motivo? L’insegnante in quarantena, fino ad oggi, è stato considerato in malattia quindi non fa lezione neanche da casa. 

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Se poi è andato in quarantena con una sua classe, si ferma la didattica per tutti: anche se sono tutti in salute. Non solo, se si tratta di un professore di scuola media o di scuola superiore, resteranno scoperte diverse ore anche nelle classi della scuola che restano in presenza. Un docente di storia dell’arte, di inglese o di tecnica, ad esempio, ha poche ore in tante classi diverse: una classe è in quarantena ma le altre? Sono in presenza però con la cattedra scoperta perché il docente non c’è. E non può fare didattica online da casa perché in aula, fisicamente, non ci sarebbe nessuno a vigilare sui ragazzi. 
Alla base di tutto c’è il decreto rilancio, da cui parte la circolare dell’Inps, per cui è previsto lo smartworking per i lavoratori del settore privato in quarantena. Si tratta ovviamente di una quarantena di una persona in salute, che resta in isolamento quindi in forma preventiva, e non della quarantena necessaria per i pazienti positivi al Covid

LEZIONI ONLINE
Per il pubblico impiego invece non è stato specificata la forma idonea di lavoro agile. E così i docenti fino ad oggi non hanno dovuto fare didattica a distanza. C’è stato chi ha voluto portare avanti comunque le sue lezioni online e chi, invece, si è fermato perché risultava in malattia. «Abbiamo chiesto al ministero – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio – di prevedere una norma per cui il lavoratore in quarantena, che sia in buona salute, possa lavorare da remoto. Per non fermare l’attività didattica. Anche per le classi che restano in presenza servono soluzioni veloci, è necessaria la copertura della cattedra in base allo stesso principio: portare avanti le lezioni».

Quest’anno infatti la didattica procede a singhiozzo tra stop e ripartenze, le chiusure delle classi sono all’ordine del giorno e probabilmente si andrà avanti così, con questo ritmo se non peggio, ancora per molto tempo. Secondo una stima dell’Anp Lazio, infatti, in Italia circa il 60-70% degli istituti ha già avuto almeno una classe in quarantena. «Ci sono scuole che ne hanno avute anche 5 – continua Rusconi – in quel caso sono troppi i docenti assenti. Che cosa facciamo? Devono poter fare didattica a distanza, senza considerarli in malattia. Ovviamente se sono in salute. Ma a questo punto si pone un altro problema: se il docente non è in malattia non può essere sostituito da un supplente. Come si risolve il problema dei ragazzi in presenza?». 

Al liceo Mamiani di Roma, ad esempio, un docente in quarantena ha voluto far lezione per la sua classe rimasta a scuola e lo ha fatto collegandosi da uno schermo posizionato in aula. Ma è stato comunque necessario prevedere la presenza di una persona tra i banchi, per la sorveglianza dei ragazzi. Un caso probabilmente molto raro, visto che quest’anno è difficile trovare le sostituzioni necessarie per docenti e personale amministrativo o addetto alle pulizie. 

LA CIRCOLARE


Quindi il problema resta, almeno con gli studenti in aula. Si tratta di una situazione nuova, che negli anni passati non si era mai presentata, quindi va affrontata da una norma ad hoc. Dalla funzione pubblica è arrivata due giorni fa l’attesa circolare con cui vengono individuate le modalità di lavoro agile per le persone in quarantena, ma non in stato di malattia. Partendo dal testo della funzione pubblica, il ministero dell’istruzione sta preparando una nota con cui recepisce le indicazioni e le adatta al contesto scolastico. Un settore decisamente diverso rispetto al resto del pubblico impiego. Per la sostituzione del docente assente si potrà riempire il vuoto con modalità che saranno indicate da viale Trastevere: può essere sostituito con spezzoni di altre cattedre o con l’organico di potenziamento. L’obiettivo è non lasciare scoperte le classi.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero