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Anche in Italia da un paio di settimane a questa parte si registra un aumento sensibile dei contagi da Covid-19. Eppure fra gli addetti ai lavori non si registra il cattivo umore determinato dalle situazioni allarmanti. Perché? Per due ragioni. La prima: per quanto in aumento i contagi italiani restano relativamente bassi. Ieri la media italiana di nuovi contagi su 100.000 abitanti era a quota 79 contro i 281 della Germania e gli oltre 700 dell'Austria.
I nuovi contagi italiani sono concentrati in alcune aree come Trieste, Gorizia e Bolzano. L'impennata che si registra un po' ovunque, Lazio compreso, è forte ma meno ripida di quella che fu registrata fra giugno e luglio e che poi si è rapidamente spenta in estate. Tradotto: secondo gli esperti il picco dei contagi in Italia non sarà altissimo.
La seconda ragione che "tranquillizza" gli addetti ai lavori è la situazione degli ospesdali. Se in Baviera, parte dell'Austria, in Romania e in Slovenia le terapie intensive cominciano ad essere piene in Italia gli ospedali restano semivuoti. A livello nazionale li letti di terapia intensiva occupati sono il 5% del totale. In Friuli e nelle Marche il livello di occupazione viaggia intorno al 10%. L'anno scorso di questi tempi alcune ìRegioni avevano il 60% dei letti di rianimazione occupati da contagiati dal Covid.
Possiamo stare tranquilli, dunque? Neanche per sogno. Il Covid-19 continua a uccidere soprattutto fra i 7 milioni di non vaccinati ma anche qualcuno con due dosi. Dunque le precauzioni vanno mantenute tutte e sempre. Ma fasciarsi la testa quando non è necessario anche no.
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