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L’immagine ha fatto il giro del mondo. Nei giorni scorsi, più volte, un elicottero ha trasportato in volo qualche tonnellata di neve verso una delle più belle piste del comprensorio di Cortina d’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti. Un’operazione necessaria per rendere agibile e sicuro il manto nevoso sulla pista, che le temperature primaverili di questi giorni avevano interrotto.
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«Stiamo portando neve sulla Tofanina. È un lavoro necessario per garantire l’apertura di questa meravigliosa pista» ha annunciato il 30 dicembre la Ista, che gestisce parte degli impianti a fune di Cortina. Poi, con la sua pagina Facebook, la società ha diffuso le fotografie dell’elicottero impegnato nel trasporto della neve, che a quote più alte è ancora abbondante. Il caldo anomalo degli ultimi giorni, causato da un anticiclone africano che ha raggiunto le Alpi e l’Appennino dal Marocco, non ha solo sciolto la neve in decine di località sciistiche. Gli impianti per la neve artificiale, con cui sono attrezzate ormai da anni molte località, utilizzano acqua per “fabbricare” la neve, e la spruzzano con delle potenti pale sulle piste. Per funzionare, però, queste macchine hanno bisogno che la temperatura sia di qualche grado sotto zero.
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STRATEGIA
Invece nei giorni scorsi sulle Alpi, anche nelle ore più fredde della notte, la temperatura è scesa sotto zero solo oltre i 3500 metri di quota.
Qualche giorno fa l’inaugurazione della nuova cabinovia Cortina Skyline, che collega le Tofane con le Cinque Torri, ha ampliato il comprensorio in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. La Tofanina è un tassello fondamentale di questo nuovo carosello. Quando non nevica, e non si può creare della neve artificiale, spostare neve naturale caduta a quote più alte è l’unica soluzione. Di solito lo si fa con dei camion, per creare dei piccoli campi-scuola innevati, o per rimettere a posto piste qua e là interrotte dal caldo e dal sole. Qualcosa del genere è accaduto nei giorni scorsi al Terminillo: dei camion hanno trasportato la neve dai pressi del rifugio Sebastiani fino a Pian de’ Valli. A Cortina, negli anni scorsi, la stessa tecnica è stata utilizzata nella zona del Faloria, a marzo, per consentire la fine della stagione turistica. L’elicottero, ovviamente, è molto più costoso degli autotreni.
OLIMPIADI
Nella storia di Cortina, però, c’è un episodio che vale la pena ricordare. Alla fine di gennaio del 1956, alla vigilia delle prime Olimpiadi invernali disputate in Italia, la neve sulle Dolomiti d’Ampezzo era ancora meno di adesso. A rendere possibili i Giochi furono 700 alpini, coadiuvati da decine di autotreni, che trasportarono ai piedi delle Tofane una quantità impressionante di neve, che venne poi sparsa e pressata a regola d’arte. A rendere possibili le imprese del campione austriaco Toni Sailer (che vinse tre medaglie d’oro) e degli altri atleti fu il lavoro dei militari italiani. Per l’Epifania, per la gioia di sciatori, albergatori e maestri, le previsioni meteo annunciano l’arrivo sulle Alpi di una perturbazione artica. La prossima neve, a Cortina come al Terminillo e in decine di altre località, non arriverà in elicottero o in camion ma nel modo più naturale, dal cielo.
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Il Messaggero