Coronavirus, Franceschini: «Subito misure per il turismo». Confesercenti: «Più danni dell'11 settembre»

Da giorni se ne parla, ed è la realtà. «Il settore più impattato direttamente dalla crisi del coronavirus è il turismo. Stiamo pensando a misure...

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Da giorni se ne parla, ed è la realtà. «Il settore più impattato direttamente dalla crisi del coronavirus è il turismo. Stiamo pensando a misure immediate e poi insieme costruiremo un rilancio dell'immagine dell'Italia che sono sicuro che sarà rapido». Lo ha detto il ministro Dario Franceschini al termine della visita al Mann per il bilaterale Italia-Francia. «Domani mattina avremo un tavolo con le organizzazioni del turismo, poi incontreremo quelle dello spettacolo e del cinema. È chiaro che il turismo è il settore più colpito».


Coronavirus affossa il turismo: disdette a raffica e milioni di euro in fumo

Coronavirus, parchi divertimento chiedono lo stato di crisi: «A rischio 15mila posti di lavoro»

Nelle 5 regioni coinvolte dall'emergenza del coronavirus (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia) è plausibile che
«nel periodo che va da marzo a maggio, si assista a una contrazione massima degli introiti totali per turismo internazionale pari a circa 2,5 miliardi di euro corrispondente a un -50% per le regioni coinvolte, percentuale registrata anche in casi simili come l'emergenza da Sars o eventi drammatici come il crollo delle Torri Gemelle a New York». Lo rileva Ciset, il Centro internazionale studi sull'economia del turismo, su dati di Banca d'Italia, elaborando le stime riguardanti gli effetti dell'emergenza Coronavirus sul turismo nelle aree del Nord Italia che sono state colpite dall'epidemia.
Il panico da coronavirus sta causando
«una crisi senza precedenti per il turismo italiano. In meno di una settimana dall'esplosione dell'allarme, alberghi, b&b e agenzie di viaggio hanno già visto andare in fumo 200 milioni di euro di prenotazioni per il mese di marzo». A calcolarlo è Assoturismo Confesercenti che avverte. «bisogna urgentemente lavorare per arrivare ad una normalizzazione: se continua così, il settore - che vale il 13% circa del Pil italiano - rischia di affondare. È il momento più buio, neanche l'11 settembre aveva inciso così pesantemente». I parchi divertimento chiedono al Governo lo stato di crisi: a rischio 15.000 posti di lavoro.

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Il Messaggero