Crollo del turismo in Italia. Nel 2020 - secondo uno studio di Demoskopika - potrebbero andare in fumo 18 miliardi di spesa: 9,2 miliardi per la contrazione dell'incoming e...
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La contrazione del consumo totale di beni e servizi sarebbe diretta conseguenza della riduzione di 29 milioni di arrivi che genererebbe, a sua volta, ben 143 milioni di presenze in meno con una flessione rispettivamente pari al 22,1% e al 34,2% rispetto al 2019.
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Una stima - precisa - assolutamente per difetto se si considera che, a differenza dell'incoming, il calcolo del calo della spesa e dei flussi turistici, relativo alla sola componente italiana, è circoscritto esclusivamente al periodo pasquale e ai mesi più tradizionali del periodo estivo: luglio e agosto, ipotizzando uno scenario di graduale ripresa a partire dal prossimo mese di giugno.
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«L'anno 2020 - dichiara il presidente dell'Istituto Demoskopika, Raffaele Rio - potrebbe essere il peggiore dal 1994. Serve rilevare, regione per regione, la massa critica del danno per innestare liquidità al comparto, salvaguardare i livelli occupazionali oltre a pianificare una imponente campagna di promozione delle destinazioni turistiche. Perché quando tutto sarà finito, l'Italia dovrà essere pronta. Altrimenti sarà una Waterloo per il nostro sistema turistico».
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Per quanto riguarda gli stranieri l'emergenza potrebbe generare un segno negativo con una contrazione della spesa in «viaggi e vacanze» di ben 9,2 miliardi di euro, pari circa al 9,7% del prodotto interno lordo del settore e una riduzione degli arrivi, quantificata in 15 milioni di turisti, che genererebbero, a loro volta, ben 52 milioni di presenze in meno rispetto al 2018.
La contrazione più rilevante si registrerebbe in Germania: -2,8 milioni di arrivi e -13,3 milioni di presenze. A seguire, Stati Uniti con una contrazione pari a 1,4 milioni di arrivi e 3,6 milioni di presenze; Francia con una riduzione pari a 1,1 milioni di arrivi e 3,4 milioni di presenze. Rilevanti anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per britannici e cinesi quantificabili rispettivamente in 908 mila arrivi e 3,3 milioni di presenze per i primi e in 790 mila arrivi e 1,3 milioni di presenze per i secondi.
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Sul versante della spesa turistica dagli Stati Uniti si registrerebbero 1.694 milioni di euro in meno, dalla Germania 1.253 milioni e dalla Cina 1.240 milioni.
Il Messaggero