Coronavirus, italiani meno pessimisti sul futuro dell'economia: il sondaggio SWG

Diminuisce il pessimismo degli italiani sulle prospettive dell'economia. E si riduce anche la percezione della necessità di intaccare i propri risparmi. Lo sostiene un...

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Diminuisce il pessimismo degli italiani sulle prospettive dell'economia. E si riduce anche la percezione della necessità di intaccare i propri risparmi. Lo sostiene un sondaggio della SWG. Secondo i ricercatori della società triestina, alla fine di marzo, il 64% degli italiani erano convinti che l'economia non si sarebbe ripresa per molto tempo mentre il 63% era rassegnato ad intaccare i propri risparmi. Al 10 maggio invece, le due percentuali - pur restando molto alte-  erano scese rispettivamente al 58 e al 56%.


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Migliora anche la percezione degli imprenditori che pensano alla propria azienda come in grado di reggere la competizione: in un mese e mezzo gli "ottimisti" sono saliti dal 26 al 33%. La sensazione di disagio resta acomunque alta. La percentuale di italiani che pensano di doversi indebitare sale dal 24 al 27% mentre quelli che pensano di non saranno in grado di pagare tasse, affitti e bollette si mantiene intorno al 37%.

Comunque alla vigilia del 18 maggio, data in cui dovrebbe scattare un secondo allentamento delle restrizioni, il quadro emotivo degli italiani resta complesso. Il sentimento maggiormente diffuso è quello dell'incertezza che si colloca a quota 58 in una classifica nella quale era possibile dare tre risposte. La "speranza" è ferma a 37 e la "vulnerabilità" a 30. Due sentimenti assai contrastanti come "rabbia" e "rassegnazione" si equivalgono collocandosi intorno a quota 18 e 16. Interessante notare che il 22 marzo la "rassegnazione" era a quota "10".
 

Un altro elemento interessante dell'analisi SWG sta nell'atteggiamento degli italiani sull'epidemia che viene affrontata in modo meno emotivo. La preoccupazione per il Coronavirus era a quota 57 a fine marzo ed è scesa a quota 29 praticamente dimezzandosi. Le persone comunque si stanno abituando all'idea di convivre con il virus e coloro che ritengono probabile che un familiare possa contrarre il virus si mantiene a quota 58 contro il 62 registrato a fine marzo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero