Coronavirus, in Sicilia i casi salgono a 53. Il governatore Musumeci: «Chi arriva da zone rosse si metta in quarantena»

Salgono a 53 i casi di coronavirus in Sicilia. Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 791...

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Salgono a 53 i casi di coronavirus in Sicilia. Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 791 tamponi, di cui 729 negativi e 9 in attesa dei risultati. Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 53 campioni, di cui sette già validati da Roma (tre a Palermo e quattro a Catania). Risultano ricoverati 18 pazienti (sei a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui nessuno in regime di terapia intensiva, mentre 35 sono in isolamento domiciliare. 


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L’appello del governatore della Sicilia, Nello Musumeci: «Chi arriva dalle zone rosse in Sicilia deve mettersi in quarantena, come ho fatto io, pur non essendo positivo ma avendo avuto contatti con un soggetto positivo. Insomma, serve prudenza. È inutile speculare o fare demagogia. Si tratta di un nemico che non conosciamo a fondo e non siamo nelle condizioni di poterlo combattere con dovizie di strumenti. Ognuno deve fare la sua parte».
 


E intanto non c’è posto all’ospedale Cervello di Palermo per un paziente risultato positivo al Coronavirus e l’uomo è stato trasferito in un altro ospedale dell’isola. Ma l’assessore alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza, spiega: «È assolutamente normale che tutti i reparti di malattie infettive della Sicilia rappresentino un’unica rete a disposizione dei ricoveri di tutta la regione. Quindi, è del tutto normale che un paziente possa essere ricoverato in ogni reparto dell’Isola, esattamente come sta avvenendo in ogni parte d’Italia». «Peraltro è in corso a Palermo, all’Ospedale Civico, un vertice con tutti i manager della provincia finalizzato a individuare aree riservate al ricovero di casi di Coronavirus. Il nostro sistema in questo momento va adeguatamente accompagnato e seguito. Le polemiche non servono a nulla», aggiunge Razza riferendosi al sindaco Cimo che aveva lamentato la «mancanza di presidi di sicurezza e soprattutto posti letto». «In queste ore - conclude l’esponente del governo regionale - si sta valutando l’adozione di ulteriori provvedimenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero