Coronavirus, dopo il caso Germania frenata riaperture. Boccia: «Dopo 18 maggio conteranno differenze territoriali»

Adesso, sulla fase 2 e le possibile riaperture, la parola d'ordine è prudenza. «E' una prudenza giusta e corretta quella del governo, basta vedere cosa sta...

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Adesso, sulla fase 2 e le possibile riaperture, la parola d'ordine è prudenza. «E' una prudenza giusta e corretta quella del governo, basta vedere cosa sta accadendo in Germania e in altri Paesi», dice il segretario del Partito democratico e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante la presentazione delle proposte dem per la semplificazione della Pa per il coronavirus. D'altronde, anche il commissario straordinario Domenico Arcuri fa sapere che «il governo sta valutando se definire di nuovo delle zone rosse per evitare l'estensione di nuovi focolai di infezione, che riprendono a manifestarsi - ha aggiunto - Ecco perché uscire dal lockdown non è facile ed ecco perché essere costretti a tornare al lockdown non sarebbe difficile».


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«La prudenza del governo è dettata dai dati scientifici, alla riapertura è prevista una risalita dei contagi ma l'indice R0 deve rimanere inferiore a 1 o si rischia nuovo lockdown con conseguenze incalcolabili. Quello che sta succedendo in Germania deve farci riflettere». Lo scrive su Twitter il ministro Federico D'Incà, commentando la risalita dei dati del contagio in Germania.

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Boccia: nuova normalità. «Tutti vorremmo ripartire, ma la vita che abbiamo davanti non è quella che avevamo a gennaio. Quella vita lì tornerà quando ci sarà il vaccino. Abbiamo di fronte una nuova normalità che deve essere fatta di rigore, disciplina e rispetto per la saluta e la vita. La ripartenza economica ci può essere a certe condizioni». Così il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. «Più i contagi andranno giù, più si potrà aprire, più andranno in su, più scatteranno le restrizioni». E ancora: «Dobbiamo avere un po' di pazienza in più, sapendo che stiamo mettendo in sicurezza il paese. Poi ci sarà un momento, dopo il 18 maggio, in cui conteranno le differenza territoriali».


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Il Messaggero