Coronavirus, Trivulzio: nuovi indagati tra i vertici dell'istituto. Blitz nelle Rsa lombarde

Perquisizioni, acquisizioni di carte della sede della Regione Lombardia, audizioni di testimoni. Dopo due settimane di lavoro intenso, nell'inchiesta sulle morti al Pio...

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Perquisizioni, acquisizioni di carte della sede della Regione Lombardia, audizioni di testimoni. Dopo due settimane di lavoro intenso, nell'inchiesta sulle morti al Pio Albergo Trivulzio si cominciano a definire ruoli e responsabilità. Così, oltre al direttore generale Giuseppe Calicchio, già accusato di epidemia e omicidio colposi, altri nomi sono stati iscritti al registro degli indagati, al momento senza informazioni di garanzia: si tratta di figure apicali e di responsabili della storica struttura per anziani, nella quale da metà marzo sono deceduti oltre 200 pazienti.


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DIRETTIVE
Al Trivulzio il direttore generale si occupa della programmazione e del controllo «dell'attività di gestione, amministrativa, finanziaria e tecnica», coordina l'attività dei dirigenti e lo fa «avvalendosi della Direzione Strategica», composta dal direttore amministrativo, dal direttore sociosanitario - che segue le residenze e gli istituti di riabilitazione - e dal dirigente delle professioni sanitarie. Le nuove iscrizioni sono atti necessari per la ricostruzione della catena di direttive e comunicazioni tra Regione Lombardia, le Agenzie di tutela della salute e la Baggina sull'attuazione di operazioni cruciali per evitare il contagio tra pazienti, medici e operatori sanitari. L'uso delle mascherine, innanzitutto, che secondo i dipendenti a fine febbraio venne vietato «per non spaventare i degenti», l'esecuzione di tamponi, le visite dei parenti nella struttura, il trasferimento dei pazienti Covid a bassa intensità dagli ospedali, gli spostamenti degli ospiti tra i vari padiglioni con rischio di diffusione del contagio, il trasferimento dei malati in altre strutture sanitarie.

Gli operatori riferiscono che tra giovedì e venerdì sono morti altri due anziani, i parenti dei ricoverati temono per i loro cari: «La situazione è fuori controllo - avverte Alessandro Azzoni del Comitato giustizia e verità per le vittime del Trivulzio - Riceviamo notizie di ulteriori decessi avvenuti in queste ore, chiediamo perciò che vengano eseguiti da subito i tamponi sugli ospiti che hanno i sintomi tipici della malattia, dando la precedenza assoluta a coloro che versano in condizioni critiche». La Baggina informa di aver terminato due giorni fa l'esecuzione dei tamponi a tutti i pazienti: i tempi di refertazione, che avviene nei laboratori del San Raffaele e del Policlinico, oscillano tra le 24 e le 72 ore e a ieri sono arrivati i primi esiti: 183 positivi, 260 negativi nei reparti del Pio Albergo. «Per gestire questa fase che prevede un nuovo assetto organizzativo derivante dagli esiti dei tamponi - annuncia il Trivulzio - si terrà quotidianamente per le prossime due settimane una riunione con la supervisione scientifica del virologo professor Fabrizio Pregliasco». Intanto si allarga la maxi inchiesta sulle Rsa lombarde. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno perquisito la residenza Monsignor Bicchierai, che fa parte dell'Istituto Auxologico di Milano. I magistrati devono far luce su oltre cinquanta morti e sono indagati l'ente per la responsabilità amministrativa e il legale rappresentante.

NUOVI BLITZ
Su disposizione della Procura di Lodi, inoltre, i Nas sono entrati in cinque case di cura della provincia. Tra queste, la Rsa di Mombretto di Mediglia, nella quale dall'inizio di marzo si contano più di 60 morti. In un'altra struttura, a Melegnano, l'ultimo bollettino riporta 54 decessi e di 144 sospetti Covid su 352 degenti.


 
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Il Messaggero