È l'ora della concordia. Di mettere da parte «ansie controproducenti». Di avere «fiducia nell'Italia». In un video di circa tre minuti e...
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Coronavirus, diretta: 3.858 casi, 148 morti, 414 guariti. Una vittima a Roma. Oms: alcuni Paesi non fanno nulla
Il messaggio del capo dello Stato arriva in uno dei momenti più difficili da quando è scoppiata l'epidemia: solo 24 ore fa il governo optava per quello stop alle scuole con cui, per dirla come Conte, è stata «acclarata» l'emergenza che vive il Paese. Mattarella non la nasconde e invita tutti gli italiani a seguire le indicazioni prese dall'esecutivo di concerto con gli esperti.
«Senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo», afferma il capo dello Stato rimarcando «l'eccellente sistema sanitario» italiano, esprimendo vicinanza ai contagiati e solidarietà ai familiari delle vittime. Ringraziando «i nostri concittadini delle zone rosse» per la «grande serietà» del loro comportamento. «L'insidia provoca preoccupazione» ma questo, scandisce Mattarella, è il momento della «fiducia» e della «responsabilità». Fiducia nell'Italia e nel governo. Perché, sottolinea, è «alla cabina di regia costituita dal Governo» che «spetta assumere - in maniera univoca - le necessarie decisioni».
Stop, quindi, a quelle fughe in avanti emerse nei giorni scorsi in qualche Regione con tanto di polemiche con l'esecutivo. Mattarella, senza citare casi specifici, non a caso invita ad «evitare iniziative particolari che si discostino dalle indicazioni assunte nella sede di coordinamento». Non solo. Per il capo dello Stato è il momento della «condivisione e dell'unità di intenti: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana, nei mezzi di informazione».
Parole, quelle dell'inquilino del Quirinale, che giungono proprio mentre tra maggioranza e opposizione infuria la polemica. Prima Matteo Salvini in un'intervista al veleno al quotidiano El Pais, poi Giorgia Meloni che bolla come «criminale» l'atteggiamento del premier, sferrano nuovi attacchi. Attacchi che Conte definisce come uno «schiaffo» non a sé stesso ma «agli italiani».
E, in questo senso, l'asse con il Quirinale è più che mai saldo, l'ipotesi di governissimi o governi d'emergenza più che mai aleatoria. Conte era a conoscenza del messaggio che, a ridosso della cena, avrebbe consegnato Mattarella alla nazione. Forse, da domani, potrà agire con piglio diverso in quella che si preannuncia come una duplice battaglia, sanitaria ed economica. L'emergenza durerà e i 7,5 mld stanziati per il decreto sulle misure economiche quasi certamente non basteranno. Per questo l'Italia potrebbe tornare a bussare alle porte dell'Ue, magari per chiedere - come spiega Riccardo Fraccaro - di «mettere in quarantena» il patto di stabilità. Il 17 marzo, il premier dovrebbe volare a Berlino per un colloquio con Angela Merkel.
L'incontro con la cancelliera, non ancora confermato ufficialmente, potrebbe servire a trovare una sponda salda in un possibile braccio di ferro con i falchi europei.
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Il Messaggero