Italia, dall'amor di patria alla disciplina: quei valori da non disperdere ora

Non strapaesani ma moderni ci siamo scoperti. Non lagnosi ma determinati ci siamo rivelati a noi stessi e agli altri, anche a chi è abituato a sottovalutare gli italiani....

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Non strapaesani ma moderni ci siamo scoperti. Non lagnosi ma determinati ci siamo rivelati a noi stessi e agli altri, anche a chi è abituato a sottovalutare gli italiani. Ma adesso che il lockdown finisce almeno un po', non vanno vanificate le cinque virtù virali, chiamiamole così, che sono il patrimonio accumulato in questi 50 giorni di lotta dura. Sono l'amor di patria; il senso di disciplina; la forza della comunità; il bisogno di competenza; la consapevolezza che solo un servizio sanitario nazionale può combattere davvero un'epidemia (e garantire in generale la salute). 


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Non sarà facile stare all'altezza delle scoperte fatte. Non è detto che al posto del senso di comunità non prevalga la divisione. Ed è tutt'altro che scontato che, dove c'era la disciplina, non s'imponga l'individualismo, il divisionismo, l'assembramento o la nevrosi arcitaliana della rivendicazionismo di tipo geografico, sindacalistico, partitico, corporativo. 
E' presto insomma per dire che è nato un nuovo carattere nazionale, ma è il momento giusto per avvertire noi stessi che l'esperienza fatta, e vinta dal punto di vista civile, non deve diventare il solito monumento all'Italia incapace di memoria. L'amor di patria è la scoperta che le riassume tutte. Non s'è visto soltanto nelle bandiere tricolore appese alle finestre. Ma nell'identificazione tra la salute personale e il bene della nazione inteso come corpo collettivo, come luogo fisico e morale nel quale l'unione fa la forza. Un traguardo non da poco. Lasciarcelo alle spalle? Sarebbe follia. Altra eredità preziosa è la consapevolezza che dal Servizio sanitario nazionale si debba ripartire. E va incentivato e sviluppato, anche a dispetto di chi farà di tutto per svilirlo in nome della disunità d'Italia. 

La terza qualità da conservare è la disciplina. Che non s'è rivelata obbedienza ma applicazione sofferta ma paziente o resiliente del senso di responsabilità. Per capire quanto sia stato profondo lo sforzo per essere disciplinati, basti dire che l'aggettivo «draconiano» è stato il più compulsato dagli italiani sul sito della Treccani. Che cosa significa leggi «draconiane»? Come possiamo esserne rispettosi? Questo ci si è chiesti. L'esame è stato superato ma adesso ce ne sono altri. E guai a distrarsi. Aristotele avvertiva che la libertà «si ottiene attraverso la disciplina». E questa lezione vale pure per la fase 2, sennò si rischia di essere rimandati a settembre sotto i colpi di una nuova ondata del virus

Forse l'acquisto più facile da conservare è il quarto: la fiducia nella competenza e nella scienza. L'anti-vaccinismo, proprio mentre il vaccino anti Covid risulta la vera speranza di salvezza, difficilmente rispunterà dagli anfratti dell'Italia peggiore. Non è detto invece che siamo vaccinati davvero rispetto all'incompetenza politica: perché se la situazione economica e sociale si aggraverà più del dovuto, il populismo potrebbe impazzare.
Non sarà semplice confermare quel senso di comunità - ultima virtù, la quinta, che è stata finora virale - che un po' ha alleviato il dolore nella fase più buia. Ci si è stretti di più gli uni agli altri, nelle famiglie (dove i figli hanno mostrato di non essere bamboccioni ma adulti in erba spesso più coscienziosi degli adulti già cresciuti), nei rapporti con il vicinato e perfino rispetto agli estranei lungo le file ai supermercati dove s'è vista più che altro una diffidente cortesia da siamo tutti sulla stessa barca. 


Dilapidare tutto, si può, eccome. Ma non si deve.
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Il Messaggero