Coronavirus, Gino Sorbillo, il re della pizza: «Costretto a chiudere almeno 4 ristoranti»

La crisi ai tempi del Coronavirus coinvolge anche uno dei ristoratori simbolo d'Italia, Gino Sorbillo. «Sarebbe importante cominciare a riaprire per le consegne,...

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La crisi ai tempi del Coronavirus coinvolge anche uno dei ristoratori simbolo d'Italia, Gino Sorbillo. «Sarebbe importante cominciare a riaprire per le consegne, garantirebbe una sopravvivenza minima, con 30-40 pizze al giorno per molti locali. La crisi è durissima, anche io quando si riparte dovrò chiudere almeno quattro locali, tra cui, credo, quello sul lungomare di Napoli».

Gino Sorbillo uno dei pizzaioli napoletani più celebri, sottolinea la crisi delle attività di ristorazione che cercano di sopravvivere chiedendo alla Regione di poter riprendere almeno le consegne a domicilio: «Parliamo di cibo appena cotto e consegnato in tutta sicurezza - spiega Sorbillo - abbiamo ideato una confezionamento con pellicola alimentare che avvolge la scatola della pizza, che verrebbe confezionata appena uscita dal forno a 100 gradi, creando una camera d'aria bollente di sicurezza».

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Un primo passo che garantirebbe una minima sopravvivenza: «Parliamo - spiega Sorbillo - di un trentina di pizze al giorno che nel week-end possono salire a 80-100 pizze. Numeri per i quali forse non varrebbe nemmeno la pena riaprire ma sarebbero un primo passo. Meglio avere la macchina che cammina a filo di gas, piuttosto che tenerla spenta per tre mesi e ripartire da zero. Questa chiusura danneggia paurosamente tutti, le piccole pizzerie ma anche i pizzaioli che hanno molti locali e pagano affitti alti in alcuni casi. Io stesso dovrò chiudere almeno quattro locali, quello sul lungomare di Napoli, che ha un affitto molto alto, e Zia Esterina al Vomero, ma anche due punti a Milano, credo Olio a Crudo e Zia Esterina. Per ora l'unica pizzeria che funziona regolarmente è quella di Tokio, dove si serve anche la pizza al tavolo».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero