«Tutti abbiamo paura, medici, volontari, infermieri. Fausto Bertuzzi, scomparso pochi giorni fa, così come altri volontari che ci hanno lasciati, hanno dimostrato che...
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La Croce Rossa in prima linea, quindi, e questo fin dal primo giorno. Da quando, con i suoi mezzi di biocontenimento ha raccolto i primi casi sospetti di coronavirus. Quando sui social si parlava di “allarmi esagerati”. «Noi abbiamo adottato da subito tutte le precauzioni – spiega Ronzi – e abbiamo potenziato la rete per il biocontenimento, acquistato da subito ambulanze e barelle». In questo, un aiuto fondamentale è arrivato dai donatori. «Ci sono state molte iniziative spontanee, ma anche tante aziende si sono mobilitate, dalla Coca Cola alla Fca», sottolinea il segretario generale, che aggiunge: «Intorno alla Croce rossa si sta stringendo una comunità di persone pronte ad aiutarsi reciprocamente. E non è solo merito nostro». Ma non c'è solo l'assistenza alle persone ricoverate in ospedale. Una parte importante riguarda i nuovi poveri e i vulnerabili: persone in quarantena, chiuse in casa. «A loro garantiamo la spesa a domicilio: ci facciamo carico di queste richieste a livello nazionale, attraverso il numero verde 800/065510». Di fronte a questa emergenza, «unica, spiega Ronzi, questo non è il momento di “lamentarsi” perché si deve stare a casa. “Questo è il momento del rigore e del sacrificio. L'unico modo per bloccare i contagi è stare a casa. Tanti si chiedono: «Che danno faccio se vado a correre da solo?”. A loro rispondo che se si slogano una caviglia, se hanno bisogno di cure, devono andare in ospedale, andando ad appesantire il sistema sanitario». E, infine, un appello a chi deve uscire in auto: «Bisogna essere ancora più prudenti: molte persone, vedendo le strade vuoto, non hanno più la stessa percezione del rischio. E sbagliano».
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Il Messaggero