Samar, dottoressa fino alla fine: è la vittima numero 100, lavorava in Veneto

Samar Sinjab era una dottoressa, medico di famiglia. È morta oggi dopo aver contratto il Covid-19 ed è la vittima numero '100' tra i camici bianchi nella...

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Samar Sinjab era una dottoressa, medico di famiglia. È morta oggi dopo aver contratto il Covid-19 ed è la vittima numero '100' tra i camici bianchi nella lunga, drammatica lista stilata dalla Federazione degli ordini dei medici. Ma Samar non è solo un numero, l'emblematico '100'. È una donna, una professionista, con una storia alle spalle. Così come sono storie, e non numeri, quelle che si nascondono dietro agli altri 104 nomi che figurano nel triste elenco dell'Ordine dei medici.


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«Grande passione per il proprio lavoro e dedizione infinita per i propri pazienti», racconta chi l'ha conosciuta, Samar «ha continuato ad assistere i malati davvero fino all'ultimo giorno, lo scorso 6 marzo». Il giorno dopo, il 7 marzo, il ricovero, colpita da quello stesso Covid-19 che cercava di combattere dall'inizio della pandemia con tutte le proprie forze. È morta questa mattina nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Treviso, aveva 62 anni ed il suo ambulatorio era nella zona di Mira.
 

Un'intera famiglia, la sua, dedita alla professione: era medico il marito, Omar El Mazloum, conosciutissimo pediatra scomparso a soli 60 anni nel 2007 colpito da un infarto, e lo sono anche i due figli, il medico legale Rafi, da sempre molto attivo nelle attività dell'Ordine, tanto da essere anche stato in passato coordinatore della Commissione Giovani Medici e Odontoiatri, e la sorella Dania, che ha scelto di seguire le orme del padre specializzandosi in pediatria. Originaria di Tall in Siria, dov'era nata, la dottoressa Sinjab aveva eletto l'Italia come seconda casa: si era laureata in Medicina e Chirurgia nel '94 all'Università di Padova, per poi scegliere la specializzazione in Medicina generale e approdare nel suo ambulatorio di Borbiago, dove «era amatissima dai propri pazienti e dove lascia un vuoto incolmabile».

«Rafi - racconta il presidente dell'Ordine dei medici di Venezia, Giovanni Leone - mi ha detto stamattina che sua mamma ha lavorato fino al giorno prima di doversi ricoverare in ospedale e anche dalla Terapia Intensiva si interessava dei suoi pazienti contando di tornare presto al lavoro, poi le condizioni si sono aggravate». «Medico fino alla fine per tutta la vita. Un esempio per tutti», è il ricordo di Leoni.


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Il Messaggero