Come si cambia, per non morire, cantava Fiorella Mannoia. E ai tempi del coronavirus i lavoratori stagionali del turismo puntano al cambiamento. Alcune storie singolari arrivano...
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Estate, «In spiaggia con gli ombrelloni a 10 metri? Troppo». La protesta dei balneari di Rimini
«La mia amica Rosa ed io, abbiamo mandato una mail con i nostri dati e fatto presente in poche righe la situazione in cui ci troviamo», prosegue la donna. «Qualche informazione sui lavori precedenti e i recapiti telefonici. Venti giorni dopo ci ha chiamato un'azienda agricola di Viserba (frazione di Rimini). Con la stagione che non si sa quando partirà, dobbiamo darci da fare, il lavoro non mi spaventa e quindi via abbiamo preso l'occasione al volo. Un bel sollievo sapere che la mattina ti alzi e hai un lavoro». Anche l'amica Rosa Argentiere, 39 anni, ha sempre lavorato come cameriera di sala in albergo. «Non possiamo certo rimanere con le mani in mani - ha detto - per noi lavorare è importante, le spese ci sono e sono tante». Entrambe ora lavorano nella stessa azienda. «Ho una sola parola: grazie», ha aggiunto la sua amica.
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Il Messaggero