Record di guariti, positivi in calo e un numero più basso di ricoveri in terapia intensiva: questa, in sintesi, l'analisi dell'ultimo bollettino sulla situazione...
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L'ULTIMO BOLLETTINO Coronavirus Italia: 101.739 casi, 1.628 nuovi positivi, 11.591 morti (+812), 14.620 guariti (+1.590)
«Oggi registriamo 1590 guariti, il dato più alto dall'inizio dell'emergenza coronavirus» in un singolo giorno, che porta il totale dei pazienti che hanno sconfitto l'infezione a 14.620, ha detto Borrelli in conferenza stampa, ribadendo che «ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità, dobbiamo seguire l'indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile». Oltre 6mila le denunce fatte ieri dalle forze di polizia agli italiani che hanno violato i divieti. «È un comportamento che non va tenuto - ha aggiunto Borrelli - bisogna evitare il contagio di altri persone».
«La percentuale di incremento del numero di pazienti positivi è scesa dal +11% del 20 marzo al +2% di oggi rispetto al giorno precedente. Dati statistici che ci confortano nel dire che le misure adottate funzionano e che vanno rinnovate», ha detto Borrelli. «La percentuale di incremento dei ricoverati negli ultimi quattro giorni è passata dal 5% al 2%, 3%, 1% oggi», ha aggiunto Locatelli.
«Anche in questa giornata i dati - con la sola eccezione dei deceduti, per i quali ripeto ancora per vedere un effetto serve un intervallo temporale maggiore - sono dati in linea con quelli degli ultimi giorni: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori ad altri giorni, quello dei ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come a inizio scorsa settimana», ha spiegato Franco Locatelli aggiungendo che «in Lombardia, in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio».
«Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia.
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Non è ancora il momento di far uscire i bambini ma appena le condizioni lo consentiranno sarà una delle prime misure che verrà rivista, ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che è anche un pediatra. «C'è una riflessione che riguarda i bambini, si fa fatica a trattenerli in casa, hanno molta voglia di socialità e di gioco, soprattutto con l'arrivo della bella stagione - ha spiegato - come Comitato tecnico scientifico abbiamo ben presente questo e appena sarà possibile non c'è dubbio che riconsidereremo questi aspetti e queste misure. Ma per il momento abbiamo la priorità di mettere un freno a questa situazione».
Una riapertura del paese? «Ne riparliamo dopo Pasqua», ha detto Locatelli. «È una decisione che spetta alla politica e al Consiglio dei ministri, ma è ancora tempo di mantenere misure stringenti. Ne riparliamo dopo Pasqua».
Quindi Locatelli ha spiegato che i test sierologici sugli anticorpi serviranno «per determinare la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull'immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati solide per far ripartire il paese, specie per le attività produttive. Prioritaria è la tutela della salute, ma bisogna contemperare gli aspetti di economia per evitare i problemi di una situazione economica difficile». Così il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli in conferenza stampa alla Protezione civile.
Il Messaggero