Coronavirus, Miozzo (Cts): «Possibili lockdown molto localizzati, non abbassiamo la guardia»

Coronavirus, Miozzo (Cts): «Possibili lockdown molto localizzati, non abbassiamo la guardia»
Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, è intervenuto ai microfoni di Rai News per fare il punto sulla situazione del coronavirus in Italia....

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Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, è intervenuto ai microfoni di Rai News per fare il punto sulla situazione del coronavirus in Italia. Negli ultimi giorni il governo ha inziato ad adottare una linea più dura, non escludendo nuove chiusure territoriali, se necessario per intere regioni, anche contro il pare dei governatori. «Bisogna specificare che in questo momento nella peggiore delle iptesi potrebbero verificarsi dei lockdown molto localizzati - dice Miozzo -. Smentiamo la suggestione per cui si potrebbe tornare al lockdown nazionale che è una condizione decisamente improbabile date le condizioni atttali del nostro paese.


Covid, linea dura del governo: se la pandemia si aggrava via ai lockdown territoriali

Sugli italiani che tornano all'estero Miozzo ha confermato l'obbligo di tampone per chi rientra anche non in aereo e poi lancia un appello ai giovani, sempre più veicolo di contagio come confermato anche dall'Oms: «Siate prudenti. È una piccola richiesta di limitazione della vostra libertà, ma quello che fate sarà a beneficio dei vostri familiari e del vostro Paese. Socializzare è bellissimo ma in questo momento abbiamo un nemico invisibile. Quando avremo il vaccino torneremo a ballare e ada andare in discoteca ma in questo momento non ce lo possiamo permettere».

Il coordinatore del cts, che domani sarà impegnato in una importante riunione, ha detto che i tecnici sono all'opera anche per studiare un piano per la riapertura delle scuole in sicurezza a settembre: «Stiamo facendo uno sforzo straordinario anche perché partiamo da un'eredità non brillante del nostro assetto scolastico. L'invito è quello di non abbassare la guardia, perchè quello che facciamo oggi lo vedremo a metà settembre»
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Il Messaggero