È stato condannato a 10 anni di carcere Freilin David Lopez Villa, un colombiano di 26 anni, in carcere dal marzo scorso per aver rapinato una coppia di fidanzati...
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Lo ha deciso il gup del capoluogo lombardo Guido Salvini al termine del processo con rito abbreviato su quelle terribili violenze da "arancia meccanica", dopo le indagini del pm Luca Gaglio e dei carabinieri. La coppia era stata sorpresa in una zona isolata della città, mentre era appartata in macchina tra via Peressutti e via Chopin, alla periferia sud di Milano. La ragazza stuprata aveva riconosciuto l'aggressore da foto da lui postate su Facebook. «È una pena giusta, una condanna adeguata», ha detto il padre del ragazzo, parte civile col legale Paolo Tosoni, come la ragazza, assistita dal legale Lara Benetti.
Il colombiano, irregolare sul territorio italiano (disposta dal gup l'espulsione a pena espiata) e denunciato in passato per porto di un coltello, era accusato di rapina, violenza sessuale e violenza privata (tenne in ostaggio i due giovani per quasi due ore quella notte) e per lui il pm aveva chiesto una condanna a 8 anni. Il giudice ha portato la pena finale a 10 anni, con le motivazioni che saranno depositate tra 60 giorni. L'imputato, in sostanza, difeso dal legale Walter Felice, aveva sempre negato le accuse, mettendo a verbale, anche in aula davanti al gup, una versione poco credibile. Aveva sostenuto di essersi avvicinato alla coppia per chiedere un accendino e di aver reagito alla risposta scortese del 23enne.
E aveva raccontato, anche subito dopo il fermo, di non ricordarsi quasi più nulla di quella sera perché era sotto l'effetto di funghi allucinogeni. Il giudice oggi ha condannato anche l'imputato al risarcimento dei danni alle due vittime, parti civili, da liquidarsi in sede civile, assegnando una provvisionale di 25 mila euro a ciascuno dei due. I due ragazzi, ovviamente, hanno subito forti traumi psicologici dopo la brutale aggressione. «È una pena giusta - ha spiegato ai cronisti il padre del ragazzo - che mi rinfranca dopo tanta amarezza e tanto rancore. Mio figlio sta bene perché sa reagire, anche se non potrà mai dimenticare questa vicenda». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero