Microspie in chiesa a Nardò: «Qualcuno registrava le confessioni». Indaga la procura

Microspie in chiesa a Nardò: «Qualcuno registrava le confessioni». Indaga la procura
«In chiesa ci sono le microspie». Il caso incredibile riguarda Nardò, dove una delle due confraternite da tempo in guerra tra loro avrebbe piazzato delle...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«In chiesa ci sono le microspie». Il caso incredibile riguarda Nardò, dove una delle due confraternite da tempo in guerra tra loro avrebbe piazzato delle microspie per carpire le conversazioni degli “avversari”. La notizia, una volta verificata da un investigatore privato che avrebbe scoperto l'inghippo, ha costretto il vescovo a sospendere due responsabili di una delle confraternite e sulla vicenda ora indaga la Procura.

La vicenda però resta ed è già un caso giudiziario, finito in un fascicolo ad hoc su cui indagano i carabinieri.

Tutto è partito da una catena di sospetti: ciò che si diceva all'interno della chiesa dopo poco tempo era già di dominio pubblico. Da qui la volontà di vederci chiaro. Al resto ci ha pensato un investigatore privato che dopo una veloce ispezione ha trovato le microspie piazzate nell'edificio. Necessario, quindi, chiedere l'intervento dei carabinieri, che hanno acquisito il materiale ritrovato e consegnato un'istruttoria alla Procura della Repubblica.

Dalla curia gettano acqua sul fuoco: all'interno della chiesa l'unico confessionale presente sarebbe un pezzo d'antiquariato. «Da parte del Vescovo Fernando l'attenzione e il dovere assoluto di tranquillizzare i fedeli circa il rischio di profanazione del sacramento della confessione - scrive il portavoce della Curia - non essendo presenti, per altro, nella sacrestia della chiesa in questione confessionali funzionanti e integri per la celebrazione del sacramento. Resta il turbamento, il dispiacere dello scandalo dato ai fedeli. Mi preme ribadire, in ogni caso che Il vescovo Fernando, ha attivato tutti i dispositivi canonici e civili possibili per ristabilire l'armonia ferita in quella che è una Chiesa carissima alla devozione dei Neretini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero