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Si chiama «angolo buio», è il punto cieco nello specchietto retrovisore che gli autisti di grandi mezzi devono controllare girando a destra. Una piccola porzione che durante la svolta dura un paio di secondi al massimo, a volte meno. Ed è chiuso in questi pochi attimi l'incidente avvenuto questa mattina a Milano, dove una donna di 39 anni in bici ha perso la vita travolta da una betoniera. È successo intorno alle 12, tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria, all'angolo, per l'appunto.
La dinamica
La donna stava percorrendo via Sforza lungo la pista ciclabile mentre il conducente del mezzo pesante ha sterzato a destra in direzione del tribunale, distante appena duecento metri. L'impatto è stato devastante, per la ciclista non c'è stato nulla da fare, il suo corpo è rimasto esanime sull'asfalto per diversi minuti sotto gli occhi di passanti e automobilisti assiepati in un punto della città già normalmente congestionato a quell'ora e diventato ancor più ingarbugliato a causa del traffico aggiuntivo da pioggia e da concitazione per il salone del mobile. L'ambulanza è arrivata dopo poco, è partita dal vicinissimo Policlinico, anch'esso lontano solo mezzo chilometro, l'unico elemento di fortuna in questa vicenda. Eppure, alla fine, è stato tutto inutile. Non è chiaro dove fosse diretta, sappiamo che la 39enne lascia una bambina di 6 anni. Accanto al corpo, subito sottratto agli sguardi e agli obiettivi dei cellulari con una coperta termica usata come telo, c'era la sua bicicletta bianca a pezzi, schiacciata dalla mole della betoniera della ditta di trasporti e pompaggio guidata da un 53enne totalmente illeso ma sotto choc.
Le richieste
L'uomo è risultato negativo ai test di alcol e droga, alla polizia locale ha detto - in stato confusionale per il trauma - che si è trattato di un incidente e ha fornito la sua versione della manovra. La procura ha aperto un'inchiesta per omicidio stradale e ha iscritto il conducente nel registro degli indagati, il fascicolo è coordinato dal pm di turno Mauro Clerici che è in attesa dei primi atti delle indagini della polizia locale. Saranno le telecamere ad aiutare la ricostruzione, e sarà fondamentale capire la velocità di guida e se l'autista abbia attivato la freccia prima di svoltare. Al momento gli investigatori propendono per la fatalità, sintetizzando con una formula solo in apparenza cinica: «Ô il classico caso dell'angolo cieco». Quello che si nasconde è la consapevolezza di un dinamica sempre più frequente, che si aggiunge al carico già gravoso di morti sulla strada a Milano. Dal primo di febbraio, con l'episodio di oggi, il bilancio sale a 7 morti e un ferito in coma irreversibile.
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