La vicenda della Sea Watch, approdata a Lampedusa in nottata dopo avere forzato il blocco delle autorità italiane, si snoda adesso su due piani paralleli ma distinti: uno...
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Carola Rackete non verrà processata per direttissima, ma il caso seguirà le vie ordinarie. Entro 48 ore la Procura di Agrigento - a Lampedusa, per coordinare le indagini, c'è il procuratore aggiunto Salvatore Vella - dovrà chiedere al gip la convalida dell'arresto. Il giudice delle indagini preliminari ha poi altre 48 ore per fissare l'udienza (che si terrà ad Agrigento), per decidere se convalidare o meno il provvedimento. La Procura, nelle prossime ore, valuterà anche se ci sono profili di reato nella condotta dell'equipaggio della nave. Nessuna responsabilità è invece configurabile per i parlamentari a bordo della Sea Watch, che verrà trasferita al porto di Licata. La nave della Ong tedesca è sotto sequestro probatorio, provvedimento che dovrà essere anch'esso convalidato.
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Non è escluso che possa, però, per effetto del Dl Sicurezza bis (entrato in vigore il 15 giugno), venire poi sequestrata amministrativamente dal prefetto. Ed è proprio l'applicazione per la prima volta del decreto sicurezza bis a creare qualche difficoltà di interpretazione. Di sicuro la violazione delle norme contenute nel Dl è stata contestata dalla Guardia di Finanza non solo alla comandante della nave, ma anche all'armatore e al proprietario, che dovranno pagare una sanzione di 16 mila euro a testa. Il minimo previsto era di 10 mila, mentre il massimo di 50 mila euro. I tre potranno, adesso, fare un ricorso al prefetto di Agrigento, oppure dovranno pagare.
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Se non faranno né l'una, né l'altra cosa entro 30 giorni dalla data di notifica delle sanzioni - secondo quanto si apprende - il prefetto potrà anche raddoppiare o fare arrivare fino ad un massimo di 50 mila euro la sanzione. Per Carola Rackete, insomma, si profila una multa «salata» e una battaglia molto difficile sul fronte giudiziario.
Il Messaggero