Sport e salute, firmata la convezione con Fondazione Irti per la rieducazione dei detenuti

Nella pancia dello stadio Olimpico siglato un nuovo programma per il rinnovamento degli istituti penitenziari

Al via un protocollo d'intesa per promuovere le attività sportive all’interno delle carceri come strumento di riscatto sociale, di reinserimento e in risposta ai...

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Al via un protocollo d'intesa per promuovere le attività sportive all’interno delle carceri come strumento di riscatto sociale, di reinserimento e in risposta ai bisogni dei detenuti. Si tratta di un punto di partenza che ambisce ad affermarsi e a consolidarsi come un modello su scala nazionale per le strutture penitenziarie. Il protocollo è stato siglato oggi nella sala conferenze dello stadio Olimpico, al termine del convegno “Rieducare. Lo sport come strumento di dialogo”, a cui ha preso parte anche Carlo Renoldi, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Al termine dell’incontro Vito Cozzoli - Presidente di Sport e Salute, la società dello Stato che promuove lo sport e l’attività fisica nel nostro Paese - ha firmato il protocollo con Natalino Irti, presidente della “Fondazione Nicola Irti per le opere di carità e di cultura. Il protocollo prenderà il via, in forma sperimentale, dalle strutture penitenziarie di Lazio e Abruzzo.

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Iniziativa per la riqualificazione delle carceri

L’iniziativa si inserisce nella più ampia e complessa strategia messa in atto dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a conclusione dei lavori della Commissione Ruotolo, per l’innovazione del sistema penitenziario, e nel solco del Protocollo d’intesa, sottoscritto il 12 febbraio 2021, tra il Dap e Sport e Salute per l’attività sportiva nelle carceri. Obiettivo è estendere queste progettualità anche all’area della giustizia minorile e dell’esecuzione penale esterna. L’intesa tra Sport e Salute e Dap, con il sostegno della sottosegretaria con delega allo Sport, Valentina Vezzali, prevede anche la realizzazione di 100 progetti di attività sportiva negli istituti penitenziari e interventi per realizzare almeno 50 spazi ricreativo/sportivi in carcere, che entreranno nel patrimonio di attività e servizi degli Istituti.

I Dati I progetti vengono sviluppati anche per colmare gap e lacune che emergono dai dati poco confortanti evidenziati nel rapporto dall’Associazione Antigone, presentato lo scorso 28 aprile, dal quale emerge che solo nel 44,8% degli istituti visitati dall’Osservatorio i detenuti hanno un accesso settimanale alla palestra e solo il 40,6% degli istituti visitati garantisce l’accesso a un campo sportivo settimanalmente. Il protocollo prevede il coordinamento delle attività sportive presso le strutture penitenziarie del Lazio e dell’Abruzzo, a cominciare dagli istituti per i minori, attraverso tecnici e operatori specializzati. Tutto ciò terrà conto del fatto che, secondo il rapporto di Antigone, attualmente, all'interno degli istituti per attività sportiva si intende spesso la pura e semplice possibilità di usufruire di un campo sportivo o di una palestra, ma non di svolgere un’attività di allenamento con l’intervento di formatori e di iscriversi a tornei e campionati.

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Il Messaggero