Porta a una pista calabrese il fiume di droga e soldi di cui si parla nelle intercettazioni dell’inchiesta di Piacenza che ha portato all’arresto di sei carabinieri e...
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Coronavirus, "scudo genetico" protegge il Sud. «Al Nord virus favorito»
Del festino in caserma Montella parla con uno dei colleghi arrestati. «Lo scenario rappresentato da Montella – scrive il gip – è quello di un’orgia tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del Comandante Marco Orlando (ai domiciliari) dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra». Il giudice sottolinea: «Non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato».
Sapevano di essere intercettati. Sempre dagli atti emerge che il primo maggio l’appuntato porta la sua macchina in officina per uno strano rumore che continua a sentire. E il carrozziere (che tra l’altro è anche uno degli spacciatori arrestati) trova una cimice e subito gli manda le foto. Il militare sospetta di un meccanico che ha l’officina davanti casa sua. «Allora io acchiappo Davide per il collo e Claudio li attacco al muro e gli dico: È entrato qualcuno qui dentro? Adesso me lo dici, se no ti spacco tutti i denti».
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Il Messaggero