È il fratello di un pentito di camorra che si trovava in un luogo protetto del cosentino, l'uomo che a Cosenza ha dato un calcio ad un bambino di origini...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Cosenza, padre dà calcio a bambino immigrato perché si avvicina al figlio
Secondo quanto si è appreso, intanto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate dagli agenti delle volanti della Questura di Cosenza non hanno ripreso la violenza subita dal bambino immigrato, ma dai filmati è stato possibile rintracciare diversi testimoni che una volta ascoltati hanno portato all'identificazione dei due giovani.
«I miei figli hanno visto quell'uomo vicino alla Questura e mi hanno detto che era quello che li aveva aggrediti. L'ho affrontato e gli ho chiesto: perché? Lui ha detto di non sapere che cosa volevo e stava andandosene per cui sono corsa ad avvertire i poliziotti». A raccontarlo è la madre del bambino di 3 anni di origini marocchine, colpito con un calcio da un uomo a Cosenza. Gli agenti della sezione volanti della Questura di Cosenza lo avevano già identificato, ma un'ulteriore conferma è venuta proprio dai fratellini del bimbo, che hanno 14 e 10 anni.
«Ero dal medico - ricorda adesso la donna - ed ho mandato i bimbi ad aspettarmi giù e poi ho sentito le urla di mio figlio più piccolo. Sono corsa a vedere cosa fosse successo e sono stati minuti di paura, pensavo fosse morto, ma non riuscivo a capire nulla. Devo ringraziare chi ha soccorso mio figlio e chi ha fermato quell'uomo. Siamo qui dal 2003 e non mi era mai capitata una cosa del genere».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero