La criminalità nigeriana ha «articolazioni presenti in quasi tutte le regioni italiane e in tutti i paesi dell'Europa»: sul nostro territorio sono presenti...
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De Raho ha ricordato che anche per la 'ndrangheta si era sempre pensato a cosche autonome e poi nel 2010 si è arrivati a individuare l'organismo di vertice unitario con compiti di disciplina e di indirizzo generale. Per queste organizzazioni - ha sottolineato - si può parlare di mafia perché utilizzano il metodo mafioso. Anche se lo fanno non per il controllo del territorio o nei confronti di italiani, ma sulla sola comunità nigeriana.
Il procuratore ha evidenziato l'esistenza di rapporti con le mafie italiane. Sul litorale domizio l'operatività dell'organizzazione nigeriana dipende dai clan camorristici mentre in Sicilia, Cosa nostra, consente che in alcuni quartieri operino nello spaccio e nelle prostituzione, in una sorta di coesistenza, senza fatti di sangue o scontri, «anche se non credo molto a una coesistenza paritaria». I nigeriani sono considerati l'organizzazione più forte nel traffico della droga, nella tratta di persone, nello sfruttamento ai fini della prostituzione e nello sfruttamento lavorativo. In questo modo è diventata la mafia più potente in Italia.
Esiste, poi - secondo de Raho - una sorta di «grande “consorzio” tra le varie organizzazioni criminali che operano in Africa, che agevolano e proteggono in qualche modo i migranti, fino alle coste libiche» dove ci sono dei «veri e propri campi di concentramento». «Le indagini di sviluppo in occasione del traffico di migranti dalle varie procure distrettuali, presso cui i territori sono avvenuti gli sbarchi - ha considerato ancora il procuratore - hanno consentito di accertare che il migrante, in qualunque paese africano si trovasse, entrava in contatto con l'organizzazione criminale del luogo, che poi lo accompagnava dal paese di origine fino alle coste libiche ed è stato dimostrato il legame tra le varie organizzazioni criminali che operano nei diversi paesi dell'Africa. E' capitato - ha proseguito - che i migranti che non hanno pagato il prezzo congruo siano stati tenuti in centri di concentramento sulle coste libiche, con una richiesta ai familiari di un ulteriore prezzo, un'integrazione.
Nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia è stato anche specificato che i nigeriani, al di là dell'adozione di “pratiche primitive”, come i riti voodoo, «declinano in maniera sorprendente grandi capacità nell'impiego di tecnologie avanzate e nella realizzazione di sistemi finanziari paralleli, grazie ai quali fanno affluire, verso la terra di origine, ingenti somme di denaro acquisite con le attività illegali».
Durante l'audizione de Raho ha specificato pure il ruolo rivestito dalla mafia cinese, che esiste ed è altrettanto forte. «Abbiamo indicazioni chiarissime in Toscana - ha affermato -, dove il capo cosca era adorato addirittura come un dio e davanti al luogo in cui permaneva c'erano file di autovetture i cui conducenti scendevano solo
per fare il bacia mano».
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Il Messaggero