Bus turistici, i trucchi per non pagare la Ztl: retata ​sui pullman che arrivano dall'Est Europa

Bus turistici, i trucchi per non pagare la Ztl: retata sui pullman che arrivano dall'Est Europa
VENEZIA - Alcuni non avevano il foglio di viaggio compilato come da dovere e in cui la destinazione Venezia nemmeno appariva. Ma c'erano altri che trasportavano un numero di...

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VENEZIA - Alcuni non avevano il foglio di viaggio compilato come da dovere e in cui la destinazione Venezia nemmeno appariva. Ma c'erano altri che trasportavano un numero di passeggeri superiori a quello indicato. 

Sono solo due delle ventisei violazioni che i militari della Guardia di finanza della Compagnia Pronto impiego di Venezia assieme ai colleghi delle Compagnie di Chioggia e Mirano hanno riscontrato sugli autobus turistici in arrivo a Venezia. 
E che alle compagnie proprietarie degli autobus turistici - quasi tutte dell'Est Europa - sono costate sanzioni per circa 40 mila euro, tutte pagate al momento degli stessi autisti di nazionalità polacca, ucraina, romena e ungherese.

LE VIOLAZIONI Se da un punto di vista meccanico e di revisione i mezzi controllati risultavano a posto, diverso il discorso sul rispetto di tutta una serie di piccole normative che regolamentano il trasporto di turisti in Italia. I baschi verdi della Finanza hanno multato gli autisti (e in seconda battuta le ditte proprietarie) per la mancata e precisa compilazione dei documenti di viaggio evitando di scrivere Venezia tra le destinazioni, l'indicazione non corretta del numero dei passeggeri (spesso inferiore alla realtà dei clienti trasportati) e la mancata comunicazione da parte delle società estere al ministero del Lavoro dell'effettuazione dei trasporti di turisti all'interno del territorio italiano, in pratica cabotaggio. 

CLIENTI ASIATICI Sui bus individuati e controllati dalle Fiamme gialle nei parcheggi del Tronchetto e nelle aree di sosta a Mestre e Marghera viaggiavano soprattutto passeggeri asiatici, arrivati in Italia via aereo e poi caricati sugli autobus in questione: mezzi di proprietà di imprese per lo più dell'Est Europa. Ed è questa conclusione l'abbrivio per le nuove indagini da parte della Guardia di finanza, da mesi concentrata a portare avanti una serie di controlli nel mondo del turismo.


L'ipotesi degli inquirenti è che, seppur al momento del tutto legale, continuando così si possa profilare una sorta di concorrenza sleale nei confronti delle aziende italiane di trasporto turistico. Risulta strano infatti che i turisti asiatici vengano affidati dai tour operator delle loro nazioni ad aziende dell'Est Europa, invece che ad agenzie locali. La pista su cui si sono messi a lavorare i militari delle Fiamme gialle è che ci siano prezzi ben più favorevoli proposti dalle ditte di trasporto dell'Est Europa: una leva che così toglierebbe di mezzo autisti e bus italiani nella gestione dei flussi turistici destinati a Venezia. Un nome che richiama sempre in tutto il mondo e su cui in diversi hanno iniziato a speculare.
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Il Messaggero