Blutec, sospetto Coronavirus per il presidente Ginatta: chiesti i domiciliari

Blutec, sospetto Coronavirus per il presidente Ginatta: chiesti i domiciliari
Chiesti i domiciliari per sospetto Coronavirus per Roberto Ginatta, presidente della Blutec, 73 anni, arrestato il 18 giugno con le accuse di ricilcaggio e bancarotta....

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Chiesti i domiciliari per sospetto Coronavirus per Roberto Ginatta, presidente della Blutec, 73 anni, arrestato il 18 giugno con le accuse di ricilcaggio e bancarotta. Ginatta è stato posto in isolamento sanitario nel carcere di Torino e non ha potuto incontrare i propri legali né partecipare all'interrogatorio di garanzia fissato per questa mattina davanti al gip di Torino Rosanna Croce. Lo si apprende in ambienti giudiziari. Il legale dell'imprenditore, l'avvocato Nicola Menardo dello studio Grande Stevens, ha chiesto al gip di valutare la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari.


La richiesta dei domiciliari per Ginatta è stata formulata, sempre secondo quanto si apprende, per la natura eccezionale della custodia in carcere per gli ultra 70enni nonché in considerazione delle statistiche dell'Istituto Superiore di Sanità sugli effetti del virus SARS-CoV2 nei soggetti di età superiore ai 70 anni, dell'istruttoria aperta dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla gestione del rischio Covid-19 nel carcere di Torino e delle linee guida della Procura Generale della Corte di Cassazione sul ricorso alle misure carcerarie durante la pandemia.

Secondo le accuse, l'imprenditore avrebbe cercato di far sparire circa 16,5 milioni di fondi pubblici ricevuti per rilanciare l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese (Palermo) con la creazione di un nuovo polo industriale. La Procura di Torino ha chiesto e ottenuto dal gip un ordine di custodia cautelare per riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e da reato societario. Roberto Ginatta, nonostante l'età avanzata, è finito in carcere, dopo che l'anno scorso era stato posto ai domiciliari, sempre per la stessa vicenda.
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Il Messaggero