«Ho otto anni, sto cercando i miei parenti perché la mia mamma non mi vuole più». Gli agenti della polizia municipale di Carmagnola, cittadina di 30 mila...
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Era difficile, difficilissimo credere a quel racconto. Ma le indagini hanno dimostrato che il bimbo non mentiva. La madre, una rom bosniaca di 38 anni, è stata rintracciata in un campo nomadi vicino a Chieri, a 25 km. Non vive con il padre del ragazzino, divide la roulotte con un nuovo compagno e ha fatto sapere che non vuole riprendere il figlio con sé: «Dopotutto - ha sostenuto - abita con i nonni da un bel pezzo». Ne ricaverà una denuncia per abbandono di minore. Sono bastate poche ore, a Carmagnola, perché intorno al bimbo si scatenasse, nella massima riservatezza, una gara di solidarietà.
«È un ragazzino tenerissimo e tranquillo - riferisce il sindaco, Ivana Gaveglio, eletta in una lista di centrodestra - ed è diventato la mascotte della polizia municipale. In tanti si sono prodigati per procuragli cibo, vestiti e cose di prima necessità. È intervenuta anche la Caritas. Ora si trova in una casa protetta. Attendiamo le determinazioni del tribunale per i minorenni». Nelle scorse settimane sono stati svolti accertamenti. Il padre naturale del bimbo è un bosniaco, coetaneo della madre, che attualmente dovrebbe trovarsi da qualche parte in Campania. Esiste un certificato di nascita rilasciato da un Comune della provincia di Caserta e nient'altro. A scuola, da quanto risulta, non è mai stato mandato.
«È una storia da spezzare il cuore», dice Gaveglio. «Ora - sottolinea - l'importante è che stia bene. Nella casa in cui è stato portato si sente accettato e inserito. Questo è positivo. Eppure, con tutta la buona volontà e tutto l'ottimismo di cui siamo capaci, non possiamo nasconderci il fatto che il suo percorso, in futuro, sarà in salita. Bisognerà dotarlo degli strumenti per affrontarlo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero