L'Abruzzo non ha strutture residenziali per persone con autismo e se le famiglie non riescono a seguire adeguatamente i loro congiunti la scelta obbligata è farli...
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Tante sono le famiglie che l'associazione segue, per aiutarle semplicemente a far valere diritti garantiti da leggi vigenti in materia. Il tredicenne ogni giorno deve raggiungere Teramo per le terapie riabilitative, in un centro diurno, dalle 15 alle 18. Il comune di residenza ha messo a disposizione mezzo e conducente, ma chiede alla famiglia la partecipazione alle spese di trasporto. «Da anni raccontiamo di persone destinate presso strutture residenziali fuori regione - spiega Dario Verzulli, presidente dell'associazione 'Autismo Abruzzo Onlus - alimentando così la mobilità passiva che esporta risorse e persone fuori regione. I servizi residenziali in Abruzzo sono da avviare con estrema urgenza.
Forse con risparmio di risorse, sicuramente generando lavoro sul territorio. Invece, sempre più spesso, ai diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi vigenti si antepone una mera valutazione economica, una valutazione sul costo, una valutazione fredda che non tiene conto della sofferenza delle famiglie». In questo caso, per di più, la struttura residenziale di Rimini 'Una Luce sul marè è disposta ad accogliere il tredicenne, ma con l'autorizzazione del rapporto 1a1, assistenza dedicata e specializzata dovuta all'autismo e alla tenera età. «La Asl di Teramo - precisa Verzulli - non ritiene opportuno tale servizio insistendo per un inserimento 'più economicò. Nel frattempo, però, padre e figlio vagano e continuano a soffrire, appesi a una decisione presa soltanto sulla base di sterili numeri, senza valutare i diritti delle persone». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero