Un cartello scritto solo in tedesco che vietava l'uso dello slittino su quella pista nera. È l'elemento principale su cui si sta focalizzando l'attenzione degli...
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La donna di 38 anni, di Reggio Emilia, ancora ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale di Bolzano, è stata iscritta dai pm nel registro degli indagati, assieme al responsabile della società che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon. Mamma e figlia ieri al Corno del Renon avevano noleggiato una slitta, ma invece di scendere alla stazione intermedia della cabinovia e prendere la pista per gli slittini, sono salite a monte. Per raggiungere la loro destinazione sono scese, forse per sbaglio, per la pista da sci che però, essendo una pista nera, è molto ripida. Un errore fatale: mamma e figlia sul loro slittino hanno preso velocità, andandosi a schiantare contro un albero. E la piccola è morta sul colpo.
Il pm titolare dell'indagine ha compiuto un primo sopralluogo sulla pista, anche per accertare se le protezioni collocate lungo il tracciato della pista nera riservata a sciatori esperti siano sufficienti. E dai primissimi accertamenti sarebbe emerso che all'inizio della pista nera il cartello era solo in tedesco, mentre l'avviso esplicativo verticale con il simbolo di divieto alle slitte sarebbe stato posto più un basso, a circa cento metri sotto, a discesa già iniziata.
Un dato che scatena la polemica politica. «La rimozione sui sentieri di montagna da parte dei gestori e ora anche sulle piste da sci di indicazioni fondamentali in italiano ora si può capire a quali tragedie possa portare», dice il consigliere provinciale Alessandro Urzì (L'Alto Adige nel cuore Fratelli d'Italia), che ora auspica che «cambi radicalmente l'approccio verso il tema del rispetto della lingua italiana con la nuova giunta». «Si può rischiare o perdere la vita se le avvertenze sulla pericolosità di un luogo sono solo in lingua tedesca», avverte, parlando di «responsabili morali». «È paradossale che, con tutti i turisti italiani che frequentano le piste altoatesine, si pensi sia sufficiente apporre dei cartelli solo in lingua tedesca», osserva il consigliere comunale di Bolzano Claudio Della Ratta (Pd), che ritiene sia «assolutamente da chiarire» tutta la vicenda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero