Sofia morì a 4 anni di malaria a Trento: indagati altri tre dipendenti dell'ospedale di Trento

Sofia morì a 4 anni di malaria a Trento: indagati altre tre dipendenti dell'ospedale di Trento
Si allarga il numero delle persone indagate per la morte di Sofia Zago, la bambina di 4 anni deceduta per le complicanze cerebrali della malaria nel settembre 2017 in seguito a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si allarga il numero delle persone indagate per la morte di Sofia Zago, la bambina di 4 anni deceduta per le complicanze cerebrali della malaria nel settembre 2017 in seguito a quello che l'accusa ritiene essere un contagio ematico. Due infermiere ed un medico, non più in servizio all'ospedale Santa Chiara di Trento, sono iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario 


Trento, Sofia morta di malaria a 4 anni: indagato un dipendente dell'ospedale
Trento, bimba di 4 anni morta di malaria, il ministro Lorenzin: «Contagio avvenuto in ospedale»

Un'infermiera risultava già indagata. La procura aveva chiesto l'archiviazione del procedimento ma il gip ha ordinato di verificare i protocolli seguiti e per quanto tempo il sangue di un paziente con la malaria conservi la propria capacità di contagio batterico. Il pm ha chiesto quindi un incidente probatorio, al quale potranno partecipare anche gli indagati con i rispettivi consulenti.

Lo scorso maggio il gip di Trento, Marco La Ganga, aveva respinto la richiesta di archiviazione fatta dalla procura: nell'ottobre 2018, dopo un anno di indagini, il pm Marco Gallina aveva infatti concluso che non c'erano prove certe e univoche che a provocare il contagio, ritenuto del tutto involontario, fosse stata un'infermiera del reparto di Pediatria. Nel corso delle indagini infatti erano emerse ipotesi alternative, come la presenza di un'altra infermiera al momento dell'utilizzo di un dispositivo sanitario infetto o il contatto diretto tra Sofia e un'altra bambina malata. Sofia era stata male in vacanza, mentre si trovava al mare in Veneto con la famiglia, ed era finita in ospedale a Portogruaro. Ma non per patologie legate alla malaria. Quindi era stata portata all'ospedale di Trento dove, secondo le perizie, è avvenuto il contagio.

Le sue condizioni erano peggiorate e nemmeno il trasporto d'urgenza agli Spedali civili di Brescia, dove la piccola è poi deceduta, aveva scongiurato il peggio. Il momento del contagio sarebbe stato individuato nella giornata del 17 agosto 2017, quando Sofia era ricoverata a Trento, contemporaneamente ad alcuni membri di una famiglia tornata dal Burkina Faso coi sintomi della malaria, tutti poi guariti. Quel giorno, dal registro di pediatria, risultano essere stati effettuati nove prelievi di sangue e sarebbe stato proprio questo il momento decisivo per il contagio. L'errore sarebbe avvenuto con il contatto di sangue infetto.


«Il contagio della nostra bambina è avvenuto nello stesso ambulatorio in cui precedentemente era stato fatto un prelievo alla bambina del Burkina Faso ed effettuato dalla stessa infermiera», aveva dichiarato la mamma di Sofia in un'intervista ai quotidiani locali. «A Sofia è stata somministrata più volte dell'acqua fisiologica per poter fare il prelievo dall'agocannula. Io ero presente e credo che quello sia stato il momento del contagio», aveva aggiunto la donna.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero