MILANO Il docente era inopportuno, ma non uno stalker. Imponeva dress code per il giorno e per la sera, stabiliva la lunghezza delle gonne (sempre più corte) e...
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RECIPROCITA’
Di certo, spiega il gip, era «decisamente poco consono a un corso per la preparazione dell’esame di magistratura» la circostanza, riferita da numerose studentesse, secondo cui la proposta di diventare borsiste nasceva «dall’immagine esteriore delle ragazze e non dall’essersi distinte per conoscenze giuridiche nella prima fase delle lezioni. Ma anche questa circostanza in sé non è di rilievo penale». Per il giudice «l’attività svolta dal dottor Bellomo nella gestione della sua scuola ha avuto come conseguenza la massima sanzione, quella della destituzione da consigliere di Stato, ma con questo si esauriscono le conseguenze di un comportamento, pur certamente singolare perché, per quanto concerne almeno il segmento milanese del corso di scienza e diritto, non si ravvisano condotte rilevanti sul piano penale». Salvini fa presente anche che «molti dei contatti intervenuti tra Bellomo e le studentesse non siano stati posti in essere in via unilaterale da parte dell’indagato, ma si siano iscritti nell’ambito di una rete di scambi connotata da reciprocità tra l’indagato e le studentesse». Reciprocità sottolineata anche dai pm nella richiesta di archiviazione.
«AGENTE SUPERIORE»
Prima dell’udienza in Camera di consiglio Francesco Bellomo, difeso dall’avvocato Beniamino Migliucci, ha depositato un’ampia memoria a sua firma nella quale sostiene che «il contratto di borsista e di collaboratore del corso davano la possibilità di frequentare gratuitamente per un anno il corso stesso e di collaborare con la società “Diritto e scienza”», che la firma di tale contratto è «sempre stata frutto di libera scelta e che non vi è stata mai alcun imposizione tanto è vero che chi aveva voluto rinunziare lo aveva fatto».
Il Messaggero