Cesare Battisti ai giudici: «In carcere cibo non adeguato al mio stato di salute». Il duro commento di Matteo Salvini

È di fatto in isolamento in una sezione del carcere, l'As2, non ha modo non solo di interagire con altri detenuti, ma neppure di acquistare o cucinarsi il cibo in...

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È di fatto in isolamento in una sezione del carcere, l'As2, non ha modo non solo di interagire con altri detenuti, ma neppure di acquistare o cucinarsi il cibo in autonomia come fanno invece gli altri reclusi. Così l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, che sta scontando l'ergastolo per 4 omicidi nel penitenziario di Massama (Oristano), ha chiesto tramite il suo legale Gianfranco Sollai, cibo più adeguato al suo stato di salute.


Il commento di Matteo Salvini su Facebook:
«Assassino comunista, taci e digiuna».

E ha anche sollecitato esami specialistici. «Il cibo influenza il nostro stato di salute, che è un principio costituzionalmente garantito - spiega Sollai -. Il mio assistito si trova in stato di isolamento e può mangiare solo cibo somministrato dall'amministrazione, mentre gli altri detenuti possono cucinare il cibo portato dai parenti o acquistato. Abbiamo sollecitato anche analisi ed esami per accertare il suo stato di salute». La notizia ha già suscitato polemiche. Tra i primi a commentare ed attaccare su Facebook è il leader della Lega Matteo Salvini: «Assassino comunista si lamenta del menù in carcere? Taci e digiuna, vigliacco». «Abituato al caviale mangiato in questi anni insieme alle anime belle della sinistra, Cesare Battisti ora si lamenta della qualità del cibo del carcere nel quale è detenuto. È la dura vita degli assassini che pagano per i loro crimini, Cesare. Confido che nessuno perda tempo ad assecondare le ridicole lamentele di questo personaggio», aggiunge sempre su Fb il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Ora Battisti, che è stato ascoltato dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Cagliari, dovrà attendere la decisione sulla sua richiesta, contestata in aula dal procuratore generale: il responso sarà emesso tra una decina di giorni, ma nel frattempo torna alla ribalta il tema dell'isolamento applicato ai detenuti ritenuti più pericolosi. A metà maggio, infatti, i legali dell'ex terrorista, Gianfranco Sollai e Davide Steccanella, avevano chiesto allo stesso tribunale di sorveglianza la detenzione domiciliare per scongiurare l'infezione da coronavirus, ma la richiesta era stata respinta. Anche in quell'occasione l'ex ministro dell'Interno, che all'epoca seguì da vicino la cattura e l'arresto di Battisti - trasferito poi nel carcere oristanese nel gennaio 2019 -, era intervenuto attaccando: «Stia in carcere, al sicuro, fino alla fine dei suoi giorni».









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Il Messaggero