Ha trascorso 14.576 giorni, e altrettante notti, confidando che prima o poi sarebbe accaduto e temendo che non sarebbe avvenuto più. Finché succede davvero, una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Battisti, dagli espropri proletari agli omicidi nei negozi: la carriera di un criminale
LE LACRIME
Nelle sue parole non si sentono «né odio né vendetta, solo gioia per mio padre», ma nei suoi occhi si vede un velo di commozione, quella sì. «Mi ha fatto piangere la mia bambina più piccola. Ha soltanto 8 anni, non ha mai conosciuto il nonno. Quando le ho detto che Battisti era stato arrestato, mi ha risposto: Finalmente, era ora. Non sono riuscito a trattenere le lacrime», confida Adriano con il pudore dietro a cui ha imparato a custodire il dolore e a placare la rabbia. «Quante illusioni svanite nel nulla. La delusione più grande è legata a Lula: con la sua decisione ci spiazzò, perdemmo tutte le speranze, pensammo davvero che non ci fosse più giustizia a questo mondo». L'allora presidente del Brasile rifiutò di concedere l'estradizione, già autorizzata dalla Corte suprema di Brasilia, nell'ultimo giorno del suo mandato, il 31 dicembre 2010.
IL SANGUE
Quella di San Silvestro non è una data qualsiasi per i Sabbadin. Allo scoccare di Capodanno del 1979, giunse una telefonata a casa loro. Era per Lino, che il 16 dicembre 1978 aveva reagito a una rapina nella sua macelleria, ferendo a morte un bandito di Campolongo Maggiore. «Hai ucciso, adesso tu o qualcuno della tua famiglia dovrà pagare», sibilò una voce anonima. Il macellaio venne ammazzato nel pomeriggio del 16 febbraio, lo stesso in cui fu freddato il gioielliere Pierluigi Torregiani, vittime definite «bottegai poliziotti» nel farneticante volantino di rivendicazione con cui i Pac li condannavano per le «forme di violenza antiproletaria» messe in atto contro le presunte rapine del popolo. Per questi e altri due delitti Battisti fu condannato all'ergastolo, anche se si è sempre proclamato innocente. «Se lo fosse ribatte Adriano non sarebbe scappato per 40 anni, invece ha ucciso nostro padre e altre tre persone: è colpevole, stop. Non servono altre indagini, so quello che abbiamo visto io e mia mamma».
«Ringrazio i governi dell'Italia e del Brasile», aggiunge Adriano, «ma soprattutto le forze di polizia che hanno condotto l'operazione. Il vicepremier Salvini vorrebbe ricevere noi familiari a Roma, ma non so cosa faremo, anche con le mie sorelle Adriana e Roberta siamo ancora molto frastornati. Di sicuro le parole che mi hanno fatto più piacere sono quelle del presidente Sergio Mattarella, una persona che ha vissuto il nostro identico dramma: bisogna vivere la stessa esperienza, per capire veramente cosa voglia dire. Per questo a Battisti augurerei di provare quello che abbiamo dovuto subire noi... Il perdono? Questo è un tasto dolente. Bisogna vedere cosa fa Battisti. Per ora no, ma in futuro non lo escludo. Sono cattolico, credente, praticante. Per questo mi dispiace che nessun Papa, né Ratzinger prima né Francesco dopo, abbia mai risposto alla mia richiesta di incontro. Ci terrei tanto, visto che mi sono sempre affidato al Signore in questi 40 anni».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero