Guerra di mafia, un arresto per l'omicidio del boss a Trinitapoli

Una guerra di mafia per il controllo dei traffici illeciti, legati anche al mondo dello spaccio e che nel Nord Barese in 17 anni ha già contato 7 omicidi e 8 tentativi di...

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Una guerra di mafia per il controllo dei traffici illeciti, legati anche al mondo dello spaccio e che nel Nord Barese in 17 anni ha già contato 7 omicidi e 8 tentativi di omicidio. Una lotta armata che affonda le sue radici nel lontano 2003 quando venne ferito Cosimo Damiano Carbone, boss storico del clan Carbone-Gallone, da sempre opposto all'altra batteria criminale attiva su Trinitapoli, quella dei De Rosa-Miccoli-Buonarota. Quello stesso boss poi ucciso a sangue freddo il 14 aprile dello scorso anno, la sera della Domenica delle Palme.


L'arresto
Quasi ad un anno da quell'agguato, i carabinieri di Foggia hanno arrestato Alberto Campanella, 32enne che, se pur incensurato, è ritenuto un elemento di spicco dell'organizzazione criminale De Rosa. Era il 14 aprile 2019 quando i sicari attesero Carbone all'uscita della sua abitazione a Trinitapoli per ammazzarlo con alcuni colpi di un fucile calibro 12 e di una pistola. In auto con il boss c'era anche Michele Vitobello che fu ferito. Nei confronti del presunto omicida è stata emessa una ordinanza di custodia cautela in carcere dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse sono di omicidio e tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e ricettazione aggravata.

La condanna

Lo storico capoclan Carbone era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Savino Saracino avvenuto, sempre durante la guerra di mafia, il 30 settembre 2004, ma aveva ottenuto di scontare la pena agli arresti domiciliari per problemi di salute. Per chi indaga, l'agguato teso al boss e al suo fedelissimo furono la risposta all'omicidio di Pietro De Rosa, capo dell'omonimo clan rivale ucciso a Trinitapoli pochi mesi prima, il 20 gennaio del 2019. Fondamentale all'identificazione di Alberto Campanella è stata prova dello stub effettuata sui vestiti e sul corpo dell'indagato nelle ore immediatamente successive all'omicidio di Carbone. Già una precedente operazione antimafia denominata 'Nemesì dei Carabinieri di Foggia, coordinati nelle indagini dalla Dda di Bari, aveva delineato perfettamente la guerra di mafia in atto tra il gruppo 'Carbone-Gallonè rispetto alle consorterie 'Miccoli-De Rosa-Buonarotà e 'Valerio-Visaggiò. In nottata sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri affiliati o sodali degli stessi clan mafiosi operanti nel territorio di Trinitapoli.
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Il Messaggero