Fingeva di svenire per evitare le violenze del patrigno. È il raccapricciante racconto della sorellina di Giuseppe, ucciso dal patrigno Toni Barde il 27 gennaio...
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«Ho visto Giuseppe sul divano, non riusciva a parlare, aveva gli occhi un po' aperti e un po' chiusi. Gli ho detto "respira"», ha detto la bimba alla dottoressa. E ha proseguito: «Papà Toni mi ha messo sotto il rubinetto tenendomi la bocca aperta, mi voleva affogare». La dottoressa è testimone dell'accusa al processo sull'omicidio di Giuseppe. Rispondendo alle domande della neuropsichiatra in un ambiente protetto dell'ospedale, audizione peraltro videoregistrata, la bimba riferisce anche di una reazione, ma solo verbale, della madre («basta, li stai uccidendo»). La bimba, sollecitata dal medico a riferire i comportamenti della madre rispetto alle percosse inflitte ai figli dal compagno, fino a quel momento aveva riportato solo atteggiamenti disinteressati, mai, dice la dottoressa Falco, «di una difesa fisica dei bambini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero