Non c'è pace per le mense scolastiche di Pescara. Dopo la maxi intossicazione alimentare che a giugno 2018 colpì oltre 200 bambini, portando alla revoca del...
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Tutto ha inizio lo scorso martedì 23 intorno alle 13.30, quando un 35enne di Chieti si reca alla scuola dell'infanzia Colle Pineta, in via Rubicone, per riprendere il figlioletto e lo trova piangente in un angolo. Chiede spiegazioni alla maestra, la quale riferisce che il piccolo ha rimesso due o tre volte del catarro. Il padre prende il figlio in braccio, lo accompagna in bagno per sciacquargli il viso e si accorge che suda a freddo e non riesce a respirare bene. Allora lo carica in macchina e raggiunge di corsa la compagna, che somministra al bambino alcune medicine, senza che la situazione migliori. Nel frattempo i genitori chiedono al piccolo cosa avesse mangiato a scuola e il bimbo dice di avere ingerito uno yogurt.
A quel punto la coppia si reca all'ospedale, dove il piccolo resta ricoverato per 4 giorni, con una diagnosi di verosimile anafilassi da allergia alle proteine del latte. Viene dimesso il 26 settembre e il giorno successivo il padre prende contatti con la Serenissima Ristorazione per avere chiarimenti sull'accaduto. Nella sede della società l'uomo incontra una signora che si qualifica come responsabile della ditta, la quale gli riferisce di avere saputo che il bimbo quel giorno aveva mangiato poco e niente a mensa. Poi la donna gli consegna il menu della scuola per i pasti speciali privi di latte vaccino e uova, insieme alle schede tecniche di altri prodotti.
Il genitore le chiede di mostrargli il budino consumato dal figlio e la donna glie ne consegna una confezione da quattro, trattenendo due budini per sé. Il padre contesta su tutta la linea le informazioni ricevute dalla ditta: innanzitutto perché la maestra aveva detto alla sua compagna che il bambino, in realtà, quel giorno aveva consumato tutto il pasto. Inoltre l'uomo, dopo avere fotografato la confezione di budino che gli era stata mostrata presso la sede della Serenissima, la invia alla maestra tramite whatsapp e quest'ultima risponde che quello non è il budino consumato quel giorno dal bimbo. «No, non è questo - scrive l'insegnante - è marrone fuori». A quel punto l'uomo decide di sporgere querela per lesioni personali colpose, allegando anche una foto scattata dalla maestra a mensa, il 23 settembre, nella quale si vede il bimbo mentre consuma il pasto. Nei prossimi giorni sono attesi sviluppi.
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Il Messaggero