Teramo, bimba down da 10 anni senza insegnante di sostegno: la denuncia dei genitori in una lettera

Teramo, bimba down da 10 anni senza insegnante di sostegno: la denuncia dei genitori in una lettera
I genitori di una bimba affetta da sindrome di Down e crisi epilettiche raccontano la loro odissea scolastica in una lettera aperta. Ormai da dieci anni alla bimba, che...

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I genitori di una bimba affetta da sindrome di Down e crisi epilettiche raccontano la loro odissea scolastica in una lettera aperta. Ormai da dieci anni alla bimba, che frequenta la scuola statale di Morro d'Oro (Teramo) viene negato un insegnante di sostegno, nonostante la battaglia avviata dai genitori, tra sentenze del Tar e diffide legali. Secondo i genitori quello che sta accadendo nella scuola della figlia, «i diritti che le sono stati negati e i conseguenti danni subiti, non sono cosa degna di un'istituzione scolastica né di un paese civile».


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La mamma della bambina, Claudia Frezza, parla di un vero e proprio «calvario» che ha inizio dieci anni fa, fin dalla scuola dell'infanzia, quando alla figlia «vengono ridotte le ore di sostegno a solo nove ore a settimana a fronte di una diagnosi funzionale della Asl che prevedeva un rapporto di 1 a 1 (cioè l'orario completo di un docente di sostegno, ndr.). Abbiamo impugnato il provvedimento dinanzi al Tar Abruzzo - racconta la donna - che con sentenza del 2013 ha disposto l'annullamento dello stesso, sancendo il diritto della minore ad essere affiancata da un insegnante di sostegno qualificato nel corso dell'intero orario scolastico».

Negli ultimi due anni, però, scrive la donna, né la scuola - l'Istituto comprensivo di cui fa parte è quello di Notaresco (Teramo) - né l'Ufficio scolastico provinciale «si sono dimostrati in grado di trovare una soluzione al problema, in un vergognoso rimpallo di responsabilità». Il risultato, racconta la mamma, è che dal settembre 2017 alla bambina sono stati assegnati prima un insegnante ordinario, di inglese, e poi uno di educazione fisica, al posto di un «docente di sostegno qualificato, accampando come scusa la "carenza di organico".
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Il Messaggero