Bagnino con tatuaggi nazisti allontanato dal luogo di lavoro. Il titolare: «Peccato, era il dipendente ideale»

Proteste dei bagnanti a Bressanone, l'uomo lavorerà in uno stabilimento balneare a Caorle con braccia e gambe coperte

Bagnino con tatuaggi nazisti allontanato dal luogo di lavoro. Il titolare: «Peccato, era il dipendente ideale»
Un bagnino è stato allontanato Acquarena di Bressanone per i suoi tatuaggi nazisti. I clienti non hanno gardito quel doppio «8» sull'avambraccio e...

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Un bagnino è stato allontanato Acquarena di Bressanone per i suoi tatuaggi nazisti. I clienti non hanno gardito quel doppio «8» sull'avambraccio e quei grossi simboli tatuati sui due polpacci. Dopo la segnalazione, l'uomo è stato trasferito. 

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«Non sono questi i problemi: il problema è quando non riesco a coprire le postazioni. Questo episodio è ridicolo, è da dieci anni che questo dipendente lavora per noi e di certo non siamo un covo di skinhead», spiega Mauro Zambaldi, legale rappresentante e presidente del consiglio di amministrazione della Security Srl di Rovereto e attiva in tutto il Triveneto con servizio di sicurezza bagnanti. 

Il dietrofront

Tatuaggi filo nazisti. Lo ammette anche Zambaldi con il senno di poi. «Cercando su internet ho scoperto che il doppio otto non è il simbolo dell'infinito ma l'ottava lettera ripetuta, quindi la H, che sta per Heil Hitler, il saluto al Führer - riferisce -. Ma l'altro tatuaggio addirittura sarebbe il simbolo di un battaglione ucraino. Ho fatto un favore al cliente però mi pento di aver acconsentito ad allontanare questa persona. È avvilente: il simbolo è vergognoso per il messaggio che è passato. Forse non è opportuno o è di dubbio gusto, ma io non entro nel merito delle decisioni personali di un mio collaboratore, se la sua condotta non ha risvolti sul suo lavoro». A fare un passo indietro sarebbe stato, però, spontaneamente lo stesso bagnino. «È stato il primo a dire: lasciamo perdere, non voglio problemi a 64 anni per un tatuaggio. Vado tranquillamente a Caorle perché non voglio rimanere qui, bersaglio di persone a cui non sono gradito». 

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Il Messaggero