Per l'autorità brasiliana era latitante dal 2017. Eppure Leonardo Badalamenti, 60 anni, il secondogenito di Gaetano Badalamenti (morto nell'aprile 2004), il boss...
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In Brasile, tra l'altro, Badalamenti era già stato arrestato nel 2009: quella volta fu il Ros dei Carabinieri a mettergli le manette nell'ambito di un'operazione che portò all'a cattura di altre 19 persone indagate in concorso, per associazione mafiosa, corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori. Non solo. Su Badalamenti c'erano una serie di indagini delle autorità brasiliane. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato a capo di un'organizzazione criminale impegnata tra il 2003 e il 2004 a negoziare titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela attraverso l'intermediazione di un funzionario corrotto del Banco centrale. Titoli che servivano per garantire l'apertura di linee di credito in istituti bancari esteri. In seguito a suo carico è stata aperta una inchiesta per un tentativo di truffa ai danni delle filiali della Hong Kong Shanghai Bank, della Lehman Brothers e dell'Hsbc per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari. Ad arrestare il figlio di don Tano sono stati gli uomini della Dia di Palermo coordinati dal reparto 'Investigazioni giudiziariè in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) e la polizia brasiliana. Nonostante fosse ricercato, Badalementi jr non ha mantenuto un profilo basso. Nei giorni scorsi era stato denunciato dai carabinieri per essersi nuovamente impossessato di un casolare in contrada Uliveto a Cinisi, che gli era stato confiscato. Il figlio del boss aveva infatti ottenuto dai giudici della corte di assise la restituzione del bene, finito per errore nel decreto di confisca. Senza attendere la notifica del provvedimento Badalamenti ha rotto il catenaccio per entrare nell'immobile, ne è nato uno scontro violentissimo con il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, tanto che sono intervenuti i carabinieri che lo hanno fatto sloggiare e lo hanno denunciato.
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La querelle era stata innescata dopo che il figlio del boss aveva presentato il 23 luglio scorso un'istanza al Comune, intimando al sindaco di sgomberare il casolare.
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Il Messaggero