Babysitter a un euro l'ora, lo sfogo di Emanuela Calzarano: «Come faccio a vivere così?»

Arriva da Napoli la storia di precariato e sfruttamento che ha colpito Emanuela, 28 anni, cresciuta nella periferia a nord del capoluogo campano

Emanuela Calzarano, babysitter pagata 1 euro l'ora (in nero): «Come faccio a vivere così?»
Emanuela Calzarano ha 28 anni, vive in un quartiere dellla periferia nord di Napoli. La sua è una delle tante storie di precariato e sfruttamento che affollano la...

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Emanuela Calzarano ha 28 anni, vive in un quartiere dellla periferia nord di Napoli. La sua è una delle tante storie di precariato e sfruttamento che affollano la galassia del lavoro nero in Italia. Un mondo sommerso che, numeri alla mano, riguarda oltre tre milioni di lavoratori. 

Dopo il diploma tecnico-informatico, conseguito nel 2013, ha trovato lavoro come segretaria e cameriera. Ha smesso di servire i clienti ai tavoli dopo un problema alla mano. Quindi ha iniziato a cercare impiego come babysitter. Da quel momento, è caduta in un vortice di proposte-ricatto, che sfondano il limite dello schiavismo.

Lo sfogo social 

Dopo l'ultima, indecente, offerta di lavoro ricevuta, la ragazza ha confidato tutta la sua frustrazione sui social: «Sono stata chiamata per lavorare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 14.30, per 350 euro al mese, a nero - dice - Qui non cercano dipendenti ma schiavi. Scusate lo sfogo, ma sono seriamente indignata».

Poi,come ha raccontato al Corriere della Sera, le cose sono peggiorate: «Ieri ho avuto un’altra offerta, ancora più assurda: sempre come babysitter, dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino alle 7 di sera, per 400 euro al mese. A conti fatti avrei guadagnato poco più di un euro l’ora. Ho detto al proponente che la sua era un’offerta assurda, e la risposta che ho ricevuto è stata: “beh allora resta a casa”».

Posti diversi, stesse proposte: «Perché lo Stato non vigila?»

Emanuela ha raccontato che offerte simili le sono arrivate non solo da privati per svolgere mansioni domestiche - casi in cui risulta più difficile vigilare sulle contrattazioni - ma anche da grosse catene di supermercati. E di contratti regolari, nemmeno l'ombra.

«In un supermercato di una grande catena commerciale mi hanno proposto 400 euro al mese per un lavoro a tempo pieno. Mi chiedo, dove sono i controlli da parte dello Stato? Perché nessuno fa niente per impedire che si verifichino queste situazioni? Lavoro da 10 anni e non so cosa sia un contratto. Quando l’ho chiesto, le risposte che ho ricevuto sono state sempre le stesse: “Lo facciamo tra poco”; “non ti preoccupare”; “poi vediamo”. Ma il contratto non è mai arrivato», spiega con rabbia.

Poi aggiunge: «Con 400 euro al mese come si fa a vivere? Oggi fare la spesa costa più di un anno fa, e le bollette sono arrivate alle stelle. Da quello che ho sentito, erano meglio gli anni ’50. Oggi che siamo nel 2023 invece di andare avanti stiamo tornando indietro: è avvilente».

«La mia – racconta ancora la ragazza - è una situazione comune a tanti altri miei coetanei. Parecchi miei amici sono andati già via da Napoli. Nonostante mia madre mi dice di partire, di pensare al mio futuro, non ce la faccio a lasciarla sola. Spero che prima o poi qualcosa di buono si possa trovare anche a Napoli: stiamo parlando di una metropoli, non di un paesino».

 

 

 

 

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Il Messaggero