Autostrade, l'ad Tomasi indagato a Genova. La società: «Ha già chiarito la sua posizione»

L'amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi è indagato nel fascicolo aperto lo scorso dicembre dalla Procura di Genova con l’ipotesi di reato di...

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L'amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi è indagato nel fascicolo aperto lo scorso dicembre dalla Procura di Genova con l’ipotesi di reato di attentato alla sicurezza ai trasporti e frode in pubbliche forniture. Si tratta di uno dei filoni di inchiesta su Autostrade: nel suo ruolo di responsabile della progettazione e dell’installazione dei pannelli fonoassorbenti lungo la rete, Tomasi era uno dei componenti del Comitato Grandi Opere di Aspi che ha dato il via libera all’acquisto e alla posa delle strutture anti-rumore.


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«POSIZIONE CHIARITA»
Il procuratore aggiunto di Genova Paolo D’Ovidio e il pm Walter Cotugno, titolari del filone d’inchiesta, hanno notificato a Tomasi l’avviso di garanzia nel corso dell’interrogatorio avvenuto lo scorso gennaio. L’amministratore delegato, stando a quando filtra dal fronte giudiziario, non avrebbe un ruolo centrale nella vicenda. «In merito ad alcune notizie di stampa riguardanti il coinvolgimento dell’Ing.

Roberto Tomasi in un’indagine riguardante la conformità dell’installazione di alcune barriere assorbenti sulla rete autostradale, si evidenzia che l’ad ha già avuto modo di chiarire ampiamente all’autorità giudiziaria la propria posizione», precisa Autostrade per l’Italia in una nota. «Nell’incontro - che si è tenuto lo scorso gennaio 2020 presso la Procura di Genova - l’Ing. Tomasi, nello spirito di massima trasparenza, ha prestato piena collaborazione, fornendo ogni informazione disponibile, utile alla specifica indagine», riferisce Aspi.

Tomasi, spiega ancora la società, «ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine - installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi - rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta».

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Il Messaggero