«Ho un contratto di fornitura con la Regione Lombardia». Lo diceva dai primi di aprile Andrea Dini, il cognato del governatore Attilio Fontana che, nell’ultima...
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Fontana e il caso camici, con il flop della sanità lombarda si schianta il sogno dell'autonomia
Fontana, dalla finta donazione ai conti all’estero: tutte le contraddizioni sul caso camici
IL VERBALE
È il 18 giugno quando Manuela Crivellaro, presidente della onlus “Il ponte del Sorriso” viene sentita dai pm: «Sapevo che Dini stava cercando tessuto per produrre i camici, perché sua moglie, Raffaella Soffiantini, che avevo contattato per chiederle una donazione di denaro, mi aveva riferito che suo marito stava cercando il tessuto e se conoscevo qualcuno che lo producesse.
LA DONAZIONE
«Come anticipato per vie brevi..». Così scrive Dini il 20 maggio nel file con il quale comunica all’allora dg di Aria la sua decisione di trasformare il contratto in donazione «certi che apprezzerete la nostra decisione, vi informiamo che consideriamo conclusa la nostra fornitura»: 25mila camici non arriveranno più. Ma i pm, nel decreto di perquisizione alla Dama sottolineano che tra Dini e e il dg di Aria Bongiovanni «non ci sono state conversazioni precedenti, non risulta dai tabulati e lo stesso indagato lo ha escluso a verbale». Due ore prima, invece, Dini ha tentato di vendere i 25mila camici a 9 euro ciascuno. Il 20 maggio Dini ringrazia. Alle 22,46 dello stesso giorno, orario insolito per la corrispondenza di lavoro, gli risponde anche un’altra dipendente che suggerisce a Dini di ritirare le fatture già emesse per i 50mila camici. Ma la questione non è semplice. Una corrispondenza fittissima tra i dipendenti che si chiedono come sistemare la questione e sulla trasmissione Report, che ha trasmesso alcune domande alla centrale di acquisto della pubblica amministrazione in vista della puntata del 7 giugno sono al centro delle email dei dipendenti. Il 5 giugno arriva però Carmen Schweigl, responsabile della procedura, (indagata) e Bongiovanni ricevono dall’ufficio legale «le obiezioni in ordine alla bozza di determina a firma» del dg «con la quale si era proceduto a recepire la proposta parziale di conversione in donazione e di interruzione della ulteriore fornitura contrattualmente prevista». E così i camici rimangono alla Dama. Ora sono atti sequestrati dai militari del nucleo di polizia valutaria della Finanza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero