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Dal 2023 sarà possibile viaggiare da Napoli a Bari in 2 ore 40 minuti. Ad anticiparlo è, in conferenza stampa a Napoli, Roberto Pagone, neocommissario per la ferrovia ad alta velocità Napoli- Bari. «Stiamo finendo l'apertura dei cantieri e allo stesso tempo tarando la chiusura dei lavori per il collegamento diretto in alta velocità Napoli- Bari, obiettivo è a dicembre 2023 per attivare la linea in 2 ore e 40, primo step delle due ore finali», dice Pagone.
«Tra fine 2026 e metà 2027, perché abbiamo avuto qualche ritardo su ultimi due lotti per completamento, chiudiamo tutto quindi parliamo di un'opera che si sta concretizzando. Nel 2023 concludiamo i due lotti lato Campania e i due lotti lato Puglia, questi insieme alla stazione già operativa di Afragola consentono di anticipare il collegamento Napoli- Bari al 2023. - ha detto Pagone - Poi i lotti intermedi devono essere completati, quindi nel 2023, avremo il collegamento diretto Napoli- Bari in circa 2 ore e 40'-45', appena saranno completati i lotti intermedi si arriverà all'obiettivo delle due ore».
«La Campania sarà interessata nei prossimi mesi e anni da due delle grandi opere strategiche del Paese, l' alta velocità Napoli-Bari e la Salerno-Reggio Calabria. Mi auguro si sblocchi anche un'altra opera strategica di cui si parla da decenni e non abbiamo combinato nulla, cioè il Ponte sullo Stretto, che serve a dare un seguito importante anche all' alta velocità Salerno-Reggio Calabria», ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a margine della conferenza stampa sullo stato dei lavori dell' alta velocità Napoli-Bari.
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«La Regione - ha detto De Luca - ha avviato una collaborazione straordinaria con Ferrovie dello Stato per sbloccare molti cantieri sulla linea Napoli-Bari, avremo 10 lotti che partono, miliardi di euro di lavori, saremo a disposizione per accompagnare queste opere che possono determinare un'occupazione tra cinque e seimila unità lavorative. Dovremo fare i conti con i problemi dell'Italia, la palude burocratica, la fatica per ottenere i pareri necessari dalle Soprintendenze, dalle Autorità di bacino, le procedure di esproprio. Da questo punto di vista dovremo lavorare con grande intensità perché davvero ci sia una semplificazione e una sburocratizzazione radicale che oggi ancora non si vede. Questa è la sfida per il futuro».
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